Parkinson: cellule staminali del paziente per il trattamento della malattia
Molti studi effettuati sui roditori sostengono che il corpo reagisca alle staminali pluripotenti indotte con una risposta immunitaria che distrugge le cellule derivate.
Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Stem Cell Reports e’ riuscita a confutare queste conclusioni, dimostrando che tra le scimmie queste tipologie di cellule non sono respinte dal sistema immunitario.Dall’indagine e’ emerso che le cellule staminali pluripotenti indotte da primati non umani si trasformano con successo nei neuroni esauriti dal morbo di Parkinson.Risultati che nascondono la speranza di trapianti efficaci per l’essere umano. Le cellule staminali pluripotenti indotte sono cellule geneticamente riprogrammate ad uno stato di staminali embrionali, capaci in pratica di differenziarsi in diverse tipologie di cellule del corpo e di offrire quindi una fonte rinnovabile di cellule e tessuti per il trattamento di molti disturbi, tra cui il morbo di Parkinson, le lesioni del midollo spinale, le malattie cardiache, il diabete e l’artrite.
“Questi risultati – ha spiegato l’autore dello studio, Jun Takahashi della Kyoto University – forniscono una base logica per dare il via al trapianto autologo, almeno di cellule neurali, in contesti clinici”.