Perturbatori endocrini nel 40% dei prodotti cosmetici
Un istituto indipendente ha fatto sapere che il 40% dei prodotti di bellezza contiene almeno un perturbatore endocrino (PE).
Soprattutto lo smalto per le unghie. Cosi’ uno studio reso pubblico il 13 settembre a Parigi, realizzato su 15.000 prodotti di bellezza ed igiene dall’istituto Noteo. Lo smalto per le unghie e’ in testa (il 74% di quelli esaminati contengono almeno un PE), seguito dal fondo tinta (71%), i prodotti di trucco per gli occhi (51%), gli struccanti (43%), i rossetti (40%), i trattamenti per il viso (38%), i deodoranti (36%), i dentifrici (30%) e gli shampoo (24%).
I perturbatori endocrini sono sostanze chimiche che interferiscono con la regolamentazione degli ormoni degli esseri viventi e possono provocare, anche a piccole dosi, un gran numero di effetti, essenzialmente sullo sviluppo psicologico delle persone che vi si espongono durante il periodo intra-uterino.
Sono notoriamente sospettati di avere un impatto sulla fertilita’ e di essere legati all’aumento dei cancri ormono-dipendenti, principalmente quelli al seno e alla prostata. Si trovano nei prodotti per l’igiene ma anche nei contenitori per alimenti.
Attraverso i PE piu’ frequentemente utilizzati nei prodotti di igiene e bellezza, si trovano i parabeni (23%) e il cyclopentasiloxane (15%), mentre il triclosan e’ presente solo nell’1,3% dei prodotti. “Si trovano spesso diverse di queste sostanze nello stesso prodotto”, sottolinea Baptiste Marty, il presidente-fondatore di Noteo che fa appello al Governo perche’ vieti queste sostanze nei prodotti di uso quotidiano.
I prodotti etichettati come bio sembrano largamente risparmiati dal fenomeno; infatti sono state rovae tracce di PE solo nell’1,3% di essi, essenzialmente il cinnamal che si trova allo stato naturale in alcuni oli essenziali (cannella, giacinto, patchouli).
Secondo il tossicologo André Cicolella che presiede il “Réseau environnement santé” (RES), circa 870 PE sono stati gia’ individuati nelle 143.000 sostanze presenti oggi sul mercato, ma il numero reale potrebbe essere molto piu’ rilevante.
L’interesse su uno di questi, il bisfenolo (PBA), una sostanza presente principalmente nelle plastiche, ha portato, nel 2011, al divieto di questo perturbatore nei biberon in tutta Europa. Questo divieto e’ stato esteso dallo scorso 1 gennaio a tutti i contenitori alimentari destinati ai bimbi da 0 a 3 anni, e si applichera’ a tutti i contenitori alimentari a partire da luglio del 2015.
L’istituto Noteo valuta decine di migliaia di prodotti della vita quotidiana in base a quattro criteri: salute, ambiente, sociale e costi.