Il dolore si può combattere anche con la crisi: Grünenthal offre ai medici di tutta Italia approfondimento farmacologico e conoscenze giuridiche

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grunenthalIl dolore si può combattere anche con la crisi: Grünenthal offre ai medici

di tutta Italia approfondimento farmacologico e conoscenze giuridiche

per garantire efficacia ed efficienza nella cura della “sofferenza inutile”

Tre tappe (Stresa, Venezia e Napoli) e oltre 200 medici coinvolti:

fra i formatori, accanto allo specialista e al farmacologo, siederà un magistrato

 Milano, 01 ottobre 2013 – Non solo aggiornamento scientifico, rivolto ai medici, su aspetti clinici e sulle più recenti novità in ambito di terapia del dolore cronico e del dolore neuropatico localizzato, ma anche un approfondimento di carattere giuridico sulla Legge 38 del 2010. Dell’importanza di questo tipo di formazione è convinta Grünenthal Italia, azienda focalizzata esclusivamente sulle terapie antalgiche, che ha sponsorizzato un programma di tre eventi macroregionali (a Stresa, Napoli e Venezia) destinato a tutti i medici interessati a un approfondimento multidisciplinare sulla terapia del dolore.

L’attenzione dei clinici viene focalizzata sul fatto che le violazioni del diritto a non soffrire dei pazienti possono derivare non solo da un impiego improprio o imperfetto degli strumenti terapeutici disponibili, ma anche dalla mancata o insufficiente conoscenza delle prescrizioni di legge.

 

Il via al programma venerdì scorso, 27 settembre, a Stresa (per le regioni del Nord-Ovest);  seguiranno analoghi incontri a Venezia e Napoli (per il Nord-Est e il Sud). L’attenzione agli aspetti giuridici è testimoniata dall’inedita presenza di un magistrato, che in ogni tappa siede nel board dei formatori accanto allo specialista e al farmacologo.

 

La disciplina italiana sul dolore, considerata una delle più avanzate e complete d’Europa, esige un’applicazione più omogenea in tutte le Regioni e quindi una conoscenza sempre più diffusa e dettagliata da parte dei medici, specialisti e non. Tutti i sanitari devono convincersi, tra l’altro, della sostenibilità economica della cura del dolore, minacciata da una conoscenza superficiale della legge: infatti,  tanto sono dispendiose le cure inappropriate, quanto inefficienti possono rivelarsi i timori infondati di incorrere nelle violazioni previste dalla Legge 38. Queste preoccupazioni, a volte inconsistenti, possono dar luogo al radicarsi del pernicioso meccanismo della “medicina difensiva”. Di qui l’importanza di mettere insieme approfondimento scientifico, in funzione dell’appropriatezza, e formazione giuridica, in funzione dell’applicazione esatta della Legge: il tutto per tutelare al meglio il diritto dei pazienti a non soffrire.

In Piemonte abbiamo dimostrato che la Legge 38 si può applicare anche in periodo di crisi, ottimizzando le risorse esistenti e tagliando i costi impropri” ha affermato nell’incontro di Stresa la dottoressa Rossella Marzi, Coordinatore della Commissione Terapia del Dolore della Regione Piemonte e responsabile AISD (Associazione Italiana Studio del Dolore) per l’attuazione della Legge 38. “C’è  da lavorare per sensibilizzare i medici sull’importanza della tutela del diritto a non soffrire dei pazienti”, ha precisato Marzi, dalle cui parole sale chiara però una speranza: anche se parecchie Regioni sono indietro con l’attuazione della legge, le cui indicazioni disegnano un sistema complesso di strutture, professionalità, competenze e obblighi, il ‘modello Piemonte’, prima Regione italiana che ha adempiuto a livello di sistema, ha tutti i numeri per fare da apripista.

 

Il professor Diego Fornasari, docente di Farmacologia dell’Università di Milano, tocca il tema cruciale, quando si parla di curare il dolore, dell’appropriatezza prescrittiva e terapeutica: “La tutela dei diritti va conciliata con la sostenibilità: curare meglio equivale a curare nel modo più efficiente. La Legge 38 prescrive al medico anzitutto di trattare tutti i tipi di dolore, sia acuto sia cronico, e in secondo luogo di trattarli in modo appropriato, perché il trattamento inappropriato è da considerare, dal punto di vista della difesa del diritto a non soffrire, alla stregua del mancato trattamento”. Fondamentale è informare i medici, oltre che formarli. Fornaciari cita l’esempio del dolore cronico non oncologico, che rappresenta circa l’80% di tutto il dolore trattato in Italia, troppo spesso affrontato in modo inappropriato con farmaci antinfiammatori anche quando la componente infiammatoria non ha alcun ruolo nel causare la sofferenza. “Il nostro Paese soffre ancora di un certo ritardo nella conoscenza e nella diffusione dei farmaci oppiacei, che sono spesso il trattamento più appropriato anche per la cura del dolore non oncologico – afferma Fornasari -. Ai clinici e ai medici di famiglia vanno spiegate l’azione e le indicazioni dei farmaci oppiacei: per impiegarli secondo le regole dell’appropriatezza e per superare i falsi miti sugli effetti avversi di questo tipo di farmaci”.

 

Sul fronte squisitamente giuridico, il dottor Federico Bisceglia, Sostituto procuratore della Repubblica di Napoli, sottolinea che “la semplice esistenza di una legge ad hoc per la cura del dolore non solo delinea, ma rafforza il diritto dei pazienti a non soffrire, poiché rende questo diritto agevolmente rivendicabile dinanzi alle pubbliche autorità, compresa la magistratura. Questo non è che il risvolto coercitivo della legge – aggiunge però il dottor Bisceglia – più importante è cogliere il suggerimento e lo stimolo della norma, che nel tratteggiare i contorni del diritto a non soffrire indica una serie di obiettivi: compito del medico, nell’accostarsi a questo impianto normativo, è individuare i mezzi per raggiungerli, ossia comprendere quali siano gli strumenti organizzativi idonei alla tutela del diritto, alla soddisfazione pratica dell’aspettativa di tutti i pazienti a non soffrire più. Senza questo tipo di approfondimento, e senza la conseguente attivazione, la legge rimarrebbe lettera morta e genererebbe soltanto sterili risposte sanzionatorie. Infine la conoscenza dettagliata delle legge – conclude il magistrato – è indispensabile per evitare l’instaurarsi del dannoso meccanismo della ‘medicina difensiva’, una minaccia per tutta la sanità, ma in particolare per l’area terapeutica del dolore: in primo luogo perché tanti medici mostrano di essere ancora poco informati sugli effetti avversi delle terapie di ultima generazione, e rischiano quindi di non trattare il dolore adeguatamente; in secondo luogo, e tutto all’opposto, poiché l’oggettivazione della sensazione dolorosa è difficilissima, e quindi il medico, nel dubbio, può essere indotto ad adottare contromisure terapeutiche sin troppo prudenziali ”.

 

Questa serie di incontri nasce proprio dalla consapevolezza che esiste la precisa esigenza di far conoscere ai medici di famiglia e agli specialisti obblighi e responsabilità verso i pazienti che soffrono, previsti dalla Legge 38 del 2010 – afferma Thilo Stadler, amministratore delegato di Grünenthal Italia –. Questa legge è profondamente giusta, innovativa ed anche complessa. Approfondirne la conoscenza significa evitare che sia percepita dai medici solo come un coacervo di prescrizioni. In altre aree terapeutiche s’è già visto quanto grande sia il rischio che la scarsa conoscenza normativa generi meccanismi perversi e dispendiosi, come la cosiddetta ‘medicina difensiva’, approccio non solo costosissimo, ma anche capace di deteriorare il rapporto medico-paziente. In quest’opera di divulgazione siamo convinti che le aziende abbiamo il dovere di fare la loro parte – conclude Stadler –: nasce da qui il programma formativo attraverso il quale nelle tappe  di Stresa, Venezia e Napoli contiamo di fornire un valido contributo alla conoscenza della legge 38 per una migliore e più rapida diffusione della buona terapia del dolore”.

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