L’Italia dice addio alla fenformina un farmaco per la cura del diabete vecchio e potenzialmente pericoloso
- L’allarme, lanciato dai diabetologi italiani il mese scorso durante il congresso dell’EASD, è stato accolto dall’azienda produttrice, che ha spontaneamente rinunciato alla commercializzazione del farmaco
- Circa 6.000 gli italiani ancora in terapia con questo medicinale, che adesso andrà sostituito
- A fronte del vecchio che se ne va, resta ancora insoddisfacente l’accesso alle terapie innovative
La Società Italiana di Diabetologia esprime il suo profondo apprezzamento per la decisione di Sanofi, relativa alla sua decisione di ritirare dal commercio il medicinale Bidiabe*. In occasione del congresso dell’EASD (European Association for the Study of Diabetes), tenutosi a Barcellona lo scorso mese di settembre, i diabetologi italiani avevano attirato l’attenzione su fatto che diverse migliaia di pazienti nel nostro Paese fossero ancora in terapia con questo farmaco contenente fenformina, da sempre considerata un farmaco pericoloso e per questo sostituita praticamente in tutto il mondo con la ben più sicura metformina. La fenformina è entrata in commercio molti anni fa, quando le regole per verificare la sicurezza di un farmaco erano decisamente meno ferree di quelle vigenti.
Eppure è restata disponibile fino a qualche giorno fa, e adesso ritirata dal commercio solo grazie all’iniziativa dell’azienda produttrice – che ha fatto tesoro delle segnalazioni delle società scientifiche di diabetologia – e non su indicazione dall’Agenzia Regolatoria. Tutto questo, mentre altri farmaci per la cura del diabete di ultima generazione, ormai dimostratisi sicuri, restano vincolati ad incomprensibili piani terapeutici e tetti di spesa. La Società Italiana di Diabetologia, nell’augurarsi che anche i pazienti italiani possano usufruire pienamente delle terapie per il diabetiche di ultima generazione, ricorda a tutte quelle persone con diabete che fossero in terapia con Bidiabe di rivolgersi con tranquillità a uno specialista diabetologo o al proprio medico di famiglia, per la pronta sostituzione del farmaco.
Prof. Stefano Del Prato