Campagna prevenzione e diagnosi HIV

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I consumatori di droghe anche per via non iniettiva hanno un maggiore rischio di contrarre l’infezione Hiv. E’ quindi utile prima di tutto mettere in campo una prevenzione e una diagnosi precoce.

A ricordarlo e’ il Dipartimento politiche antidroga (Dpa), che promuove e condivide la European Testing Week, che si svolgera’ dal prossimo 22 novembre, lanciata da Hiv in Europe sul tema ‘Talk Hiv. Test Hiv’.HIV Piu’ di un anno e mezzo fa, si legge in una nota del Dpa, ”il Dipartimento aveva riaffermato, con una nota urgente alle regioni, l’allarme gia’ lanciato dal Sistema nazionale di allerta precoce nel dicembre del 2011 e l’altra nel luglio del 2012, segnalando l’aumento della percentuale delle persone tossicodipendenti in cura ai Sert che non erano stati sottoposti a test (NO-testing) per le infezioni: HIV (69,5% di persone non testate); HCV (virus dell’Epatite C 83,4%) e HBV (virus dell’Epatite B 78,9%) presso i Servizi delle Dipendenze in Italia”. L’aumento della quota di soggetti che non sono stati sottoposti ai test (NO-testing), prosegue la nota, ”risulta particolarmente preoccupante in quanto puo’ generare importanti ritardi di diagnosi sia nell’accesso alle terapie antivirali riducendone le probabilita’ di successo sia per le aspettative di vita dei pazienti”. Inoltre, spiega ancora la nota del Dpa, ”la non consapevolezza dello stato sierologico e infettivo si riflette in una maggior probabilita’ di trasmettere l’infezione con un conseguente aumento dell’infezione stessa anche nella popolazione generale non tossicodipendente.

I partner (sia fissi che occasionali), infatti, spesso risultano essere non tossicodipendenti. In questo modo, e se le regioni non interverranno efficacemente e tempestivamente su questi aspetti, purtroppo non saremo piu’ in grado di monitorare correttamente a livello nazionale l’infezione nei tossicodipendenti e di attivare cosi’ opportune e tempestive forme di prevenzione”.
Dall’analisi effettuata dal Dpa sulle attivita’ di testing per le principali malattie infettive presso i Servizi delle Dipendenze, era emersa una tendenza generalizzata in molte regioni e province autonome, alla riduzione dell’esecuzione del test Hiv sia su nuovi utenti sia in quelli gia’ in carico che sono risultati negativi ai test precedenti ed hanno la necessita’ di essere ritestati almeno ogni 6-12 mesi. Per il Dipartimento politiche antidroga, ”e’ essenziale qche si prenda ancora una volta coscienza del rischio che si corre abbassando il livello di attenzione rispetto a questo problema”. “Non bisogna abbassare la guardia -spiega infatti Giovanni Serpelloni, capo del Dpa- e’ importante sottolineare che la relazione uso di droghe e Hiv non e’ confinata al solo uso iniettivo della droga e alla condivisione dei materiali da iniezione, ma anche per chi usa tali sostanze per via inalatoria, respiratoria e orale in quanto il consumo di droghe, soprattutto eccitanti e euforizzanti, porta spesso purtroppo a esplicitare comportamenti sessuali piu’ disinibiti, promiscui e non protetti con possibili gravi ripercussione sulla salute”. ”Diventa quindi fondamentale -rimarca Serpelloni- oltre che adottare comportamenti individuali preventivi, eseguire un test precoce non solo per ridurre la possibilita’ di trasmissione inconsapevole, ma anche per l’efficacia delle cure che possono essere attivate piu’ tempestivamente e non a sintomi gia’ iniziati ed evoluti. E’ necessario dunque informare i giovani -conclude il capo del Dpa- sui pericoli che possono correre per fargli sapere come comportarsi in maniera responsabile e auto-determinata, seguendo modelli comportamentali che li tutelino da rischi di acquisizione e anche di trasmissione dell’infezione”.

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