Dieta “verde” contro il cancro al seno

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Verdura, frutta e spezie, se combinate insieme, sembrano essere delle potenti armi contro il cancro. Lo studio

Il cancro è ancora oggi una delle malattie più temibili. Nonostante la continua ricerca, i reali meccanismi della patologia sono pressoché sconosciuti. Trovare dunque la giusta cura è un’ardua impresa.
Secondo un recente studio pubblicato sul Journal of Cancer vi sono però molti composti naturali in grado di contrastare le cellule tumorali: tra questi frutta, verdura, spezie e radici. Elementi di uso quotidiano e di facile reperibilità che non mostrano effetti collaterali.

«Una delle cause principali sia della ricorrenza di cancro al seno, sia della mortalità, è un piccolo gruppo di cellule staminali del cancro in grado di sfuggire alle terapie. Queste cellule – spesso multi-farmaco-resistenti – hanno la capacità di generare nuovi tumori, per cui è di fondamentale importanza sviluppare nuovi approcci per il trattamento o la prevenzione del tumore al seno che siano più efficaci e sicuri», spiega Madhwa Raj, professore in Ostetricia e Ginecologia presso LSU Health Sciences Center di New Orleans.

Il team di ricerca ha scelto di testare una decina di nutrienti chimici presenti in frutta, spezie e verdura di uso comune: mele, uva, broccoli, curcuma, tofu eccetera. Della curcuma hanno valutato l’effetto della curcumina; della soia gli isoflavoni; dell’uva il famoso resveratrolo e altri flavonoidi come la quercetina presenti nella frutta, nella verdura e nel tè.
Durante la ricerca è stato valutato l’effetto sia per le persone affette da cancro al seno, sia sulle cellule di controllo. Gli scienziati hanno così potuto scoprire che i composti, presi singolarmente, erano inefficaci.

L’efficacia si è dunque dimostrata soltanto se questi elementi erano combinati a mo’ di cocktail. In questo caso, infatti, le cellule tumorali si riducevano in modo significativo: oltre l’80%. Ma non solo: il cocktail è riuscito a inibire la migrazione e l’invasione da parte delle cellule cancerogene, ha arrestato il ciclo cellulare. Nelle cellule campione si è potuto addirittura innescare un processo che ha portato alla morte il 100% delle cellule cancerogene.

Ulteriori approfondimenti e osservazioni hanno permesso ai ricercatori di non rilevare effetti secondari nocivi sulle cellule di controllo, mentre ulteriori analisi hanno permesso di identificare diversi geni chiave che potrebbero servire da marcatori per seguire il progresso della terapia.

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