ISS: sempre più allarmante l’antibiotico-resistenza

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antibiotici

I dati sull’antibiotico-resistenza fotografano un quadro piuttosto sconfortante che desta preoccupazione: la resistenza agli antibiotici è aumentata notevolmente negli ultimi 4 anni.

L’ISS rende noti i dati sull’antibiotico-resistenza in Europa, forniti dalla sorveglianza EARS-Net. Dati che destano preoccupazione e che mostrano un panorama poco confortante. Nel giro di 4 anni è infatti aumentata notevolmente la resistenza in due specie di batteri sotto sorveglianza: Escherichia coli (E. coli) e Klebsiella pneumoniae. antibiotici

La piaga della resistenza agli antibiotici, come sappiamo, è responsabile di molti decessi ogni anno, per questo motivo è importante tenere accesa l’attenzione. Cosa che ci si propone di fare anche attraverso la Giornata degli Antibiotici, un’iniziativa europea per la salute dei cittadini promossa dal Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle malattie (ECDC) di Stoccolma, e che si tiene ogni anno intorno al 18 novembre.
Scopo della Giornata è l’approfondimento del problema della resistenza agli antibiotici, con un focus sulla necessità di un uso appropriato di questi farmaci al fine di mantenere il più a lungo possibile la loro efficacia nel trattamento delle infezioni.
La decisione di introdurre questa iniziativa è stata presa alcuni anni fa dopo che è salita alla ribalta l’antibiotico-resistenza, divenuta uno dei principali problemi di sanità pubblica che minacciano la salute dei cittadini europei. Questo “effetto collaterale” derivato dall’abuso di antibiotici, determina la difficoltà o l’impossibilità nel trattare efficacemente alcune infezioni batteriche, con aumento dei tempi di ospedalizzazioni, costi dell’assistenza sanitaria e mortalità.

Le due specie di batteri sotto sorveglianza – Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae – sono responsabili di infezioni urinarie, sepsi e altre infezioni nosocomiali. Confermate dai dati, i batteri mostrano un aumento nelle percentuali di resistenza alle cefalosporine di terza generazione, fluorochinoloni e aminoglicosidi – resistenze che sono spesso combinate tra di loro generando batteri multi-resistenti, causa di infezioni difficilmente trattabili.
Tra le resistenze, infine, negli ultimi anni si è aggiunta quella agli antibiotici di ultima risorsa come i carbapenemi, cosa che può rendere l’infezione praticamente intrattabile.

L’indagine evidenzia che l’antibiotico-resistenza non è uniforme nei Paesi dell’Unione Europea, ma è maggiore nei Paesi del Sud e dell’Est Europa, tra cui l’Italia.
In Italia, l’antibiotico-resistenza è monitorata dal progetto AR-ISS, una sorveglianza sentinella coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, che riversa i dati nella sorveglianza Europea EARS-Net.
Il nostro Paese fa parte del gruppo di Paesi con livelli di resistenza più alti nella maggior parte delle specie patogene sotto sorveglianza.

Nello specifico abbiamo:
– alta resistenza ai carbapenemi in Klebsiella pneumoniae, che si è attestata al 29% degli isolati da batteriemie. Per questa resistenza l’Italia è seconda solamente alla Grecia e rappresenta una vera anomalia rispetto alla grande maggioranza dei Paesi europei
– alta resistenza alle cefalosporine di 3a generazione (>25%) e ai fluorochinoloni (>40%) in Escherichia coli, anche combinata
– alti livelli di resistenza ai carbapenemi in Acinetobacter
– persistenza di un alta percentuale (35%) di stafilococchi resistenti alla meticillina (MRSA) a fronte di una diminuzione in molti Paesi dell’Unione Europea.

Sebbene la sorveglianza dell’antibiotico-resistenza descriva puntualmente ogni anno una problematica situazione tutta italiana, gli interventi che sono stati messi in atto sono scarsi e parcellari. Una circolare del Ministero della Salute del febbraio scorso ha invitato le Regioni a segnalare i casi di sepsi/batteriemie da enterobatteri resistenti ai carbapenemi e ha proposto linee guida per il controllo.
Interventi multi-settoriali che riguardano l’uso di antibiotici e strategie di controllo delle infezioni in tutti gli ambiti dell’assistenza sanitaria (ospedali per acuti, lungodegenti, strutture territoriali e cure ambulatoriali) sono necessari per prevenire un ulteriore aumento dell’antibiotico-resistenza e mantenere almeno in parte l’efficacia di questi farmaci preziosi per la salute.

Per contribuire alla sensibilizzazione dei cittadini europei su questo problema, l’ECDC ha prodotto un breve filmato che ha tradotto in tutte le lingue dell’Unione Europea nel quale l’uso improprio degli antibiotici viene paragonato a quello di una lampadina che resta accesa di giorno e che di notte, al momento del bisogno, sarà esaurita.
Qui, il video.

L’ISS, ricorda che gli antibiotici sono farmaci preziosi, ma vanno usati correttamente e con equilibrio. Il rischio è che perdano di efficacia, grazie alla quale hanno contribuito significativamente ad abbattere la mortalità dovuta alle malattie infettive. Usare gli antibiotici in maniera responsabile significa tutelare la salute di tutti poiché il loro cattivo utilizzo rischia di rendere più forti i batteri aumentare la diffusione delle infezioni e diminuire le nostre armi per combatterle.

Ecco cinque pratiche regole per farne un corretto uso:

Gli antibiotici combattono i batteri. Non prenderli in caso di raffreddore o influenza;
Gli antibiotici non curano i virus e non servono neanche a prevenirli;
Assumi gli antibiotici solo dietro prescrizione medica;
Assumi gli antibiotici seguendo esattamente la posologia indicata dal medico;
Se assumi troppi antibiotici o li sostituisci spontaneamente rischi di farli diventare inefficaci.

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