Aterosclerosi: sviluppato un trattamento
Scienziati statunitensi sviluppano un potenziale trattamento della malattia arteriosa che si rivolge al controllo degli effetti infiammatori agendo sui microRna
Scienziati sviluppano un nuovo approccio per il possibile trattamento dell’aterosclerosi, la pericolosa condizione cardiovascolare.
I ricercatori della Emory and Georgia Tech University hanno individuato in una molecola di microRna (o miRna) il possibile bersaglio per un trattamento dell’aterosclerosi, la condizione che interessa le arterie e che può essere causa di diversi problemi cardiovascolari ed eventi cardiaci potenzialmente letali.
I microRna sono piccole molecole endogene di Rna non codificante e a singolo filamento che, nel caso di quelle individuate dai ricercatori, si credeva fosse una sorta di accumulo di rifiuti. La molecola individuata nello studio si ritiene provenga da un modello inutilizzato, o avanzi rimanenti da RNA lungo che viene utilizzato per formare i ribosomi. I ribosomi sono onnipresenti e svolgono la funzione di pulizia di base del gruppo di proteine.
A seguito di questa constatazione, i ricercatori hanno proposto un trattamento che agiscebloccando gli effetti infiammatori del flusso del sangue compromesso sulle cellule che rivestono i vasi sanguigni. In modelli animali di aterosclerosi, un farmaco che blocca il microRna può impedire che le arterie si ostruiscano, nonostante l’essere sottoposti a stress e una dieta ricca di grassi. Questo microRna sembra funzionare in modo simile nelle cellule umane.
«Sappiamo che l’esercizio aerobico fornisce una protezione contro l’aterosclerosi, in parte migliorando i modelli di flusso sanguigno – spiega il dott. Hanjoong Jo – Ora stiamo raggiungendo una certa comprensione di come avviene ciò. Il flusso [sanguigno] sano abbatte la produzione di cattivi protagonisti come questo micro RNA. Colpirlo potrebbe costituire la base per un approccio terapeutico che potrebbe essere trasposto con relativa facilità rispetto ad altri farmaci».
I risultati dello studio sono stati pubblicati su Nature Communications e suggeriscono che si può agire in modo da evitare la pericolosa ostruzione delle arterie. Nell’aterosclerosi, infatti, le pareti arteriose si induriscono e si restringono a causa di un graduale accumulo di globuli bianchi, lipidi e colesterolo. Il processo può portare alla formazione di placche, e alla fine agli attacchi di cuore e ictus. Se il flusso sanguigno è regolare e costante promuove la salute dei vasi sanguigni, mentre al contrario un flusso disturbato può essere causa della malattia.
L’aver scoperto che i microRna possono viaggiare da cellula a cellula ha permesso di ipotizzare un loro coinvolgimento nell’orchestrare processi come l’aterosclerosi. Questi frammenti di RNA si ritiene possano inibire l’attività di molti geni contemporaneamente.
La molecola di microRna individuata ed esaminata dagli scienziati è stata chiamata miR-712, ed è questa che è stata trovata indurre un maggiore disturbo nel flusso di sangue. Gli eventi a catena innescati da questo processo inducono le cellule endoteliali a produrre maggior miR-712 che, a sua volta, inibisce un gene chiamato TIMP3, che in condizioni normali di flusso sanguigno controlla l’infiammazione nelle cellule endoteliali.
«Questo è uno dei flussi più abbondanti di RNA che le cellule producono – sottolinea Jo – e si scopre essere la fonte di una molecola che controlla l’aterosclerosi».
Quando il dott. Jo e colleghi hanno somministrato ai topi con aterosclerosi il farmaco anti-miR-712, questo ha inibito lo sviluppo di blocchi arteriosi. Senza il farmaco, la placche hanno bloccato in media l’80% dell’arteria carotide, ma il farmaco ha ridotto della metà i blocchi, aprendo dunque la via a nuove prospettive di cura dell’aterosclerosi.