Calvizie: nuova frontiera con cellule staminali
Ricercatori dell’Università della California del Sud sembrano aver scoperto alcuni meccanismi chiave che stanno alla base della crescita dei capelli.
Lo studio può divenire uno spunto per l’ideazione di nuove cure per la calvizie, ma anche per la rigenerazione cutanea e i tumori della pelle
Le cellule staminali potrebbero rivelarsi utili anche nella cura della calvizie o nella rigenerazione della pelle.
«Quando non si hanno più capelli, si trovano ridicoli i capelli lunghi», scrisse un tempo il critico teatrale Paul Léautaud.
Probabilmente a nessuno di noi piace guardarsi allo specchio e vedere i primi capelli grigi o, peggio, notare come il tempo ne abbia ridotto visibilmente la quantità.
Forse proprio per questo motivo, alcuni ricercatori della University of Southern California, hanno cercato di comprendere i fattori che determinato la crescita e la caduta dei capelli.
In particolare, il dottor Krzysztof Kobielak insieme alla dottoressa Eva Kandyba, ha coordinato uno studio e scritto tre pubblicazioni che si concentrano sulle cellule staminali che si trovano nei follicoli piliferi – abbreviate con il nome di “hfSCs”. Tali cellule sarebbero in grado di rigenerare gli stessi follicoli sia di pelle che capelli.
Le hfSCs sembrano essere regolate da alcune vie di segnalazione denominate Wnt e BMP, che nient’altro sarebbero che gruppi di molecole che svolgono il lavoro di controllo delle funzioni cellulari. Uno dei ruoli da adempiere sarebbe proprio il ciclo di crescita dei capelli.
Sulla rivista PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) sono stati pubblicati a gennaio 2013 alcuni documenti relativi agli studi di Krzysztof Kobielak. In tali documenti si possono notare come le complesse reti di geni – tra cui anche le via di segnalazione Wnt e BMP – siano in grado di controllare tutti i cicli di crescita dei capelli.
Generalmente, quando si riduce la segnalazione del BMP, aumenta la WNT con conseguente attivazione di crescita dei capelli.
Se invece accade il contrario, ovvero è più elevata la segnalazione BMP rispetto alla Wnt, le hfSCs rimango in stato di fermo.
Nel settembre 2013 è stato pubblicato un ulteriore documento su Stem Cells, in cui veniva chiarito il funzionamento della via di segnalazione BMP. Questa aveva due proteine chiave denominate Smad1 e Smad5. Sembra siano proprio queste a trasmettere i segnali necessari in grado di regolare le cellule staminali a una nuova crescita.
«Nel complesso, le nuove scoperte permettono alla scienza di base di progredire e, soprattutto, potrebbero tradursi in nuove terapie per varie malattie umane – Spiega Kobielak – Dal momento che la segnalazione BMP ha un ruolo regolatore fondamentale nel mantenimento della stabilità dei diversi tipi di popolazioni di cellule staminali adulte, le implicazioni per future terapie potrebbero essere potenzialmente molto più ampie della semplice calvizie, e potrebbe includere la rigenerazione della pelle per i pazienti ustionati e affetti da tumori della pelle».
E’ indubbio che la scienza sta facendo passi da gigante, la medicina, a questo punto, deve essere in grado di formulare terapie efficaci in base agli studi condotti.
Tutti e tre i documenti sono stati pubblicati sulle riviste Stem Cells e The Proceedings of the National Academy of Sciences.
La ricerca è stata finanziata dalla Foundation Award and National Institute of Arthritis e Musculoskeletal and Skin Diseases del National Institutes of Health.