Cellule staminali e chirurgia estetica: notevoli passi in avanti

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Dalla chirurgia estetica del volto senza utilizzo del bisturi ma con l’impianto di cellule staminali e fattori di crescita al trattamento delle calvizie e all’aumento del seno senza inserimento delle protesi, fino al trattamento di ulcere e ferite complesse e la sfida della rigenerazione d’organo.

Questi i principali temi in discussione al quinto convegno internazionale di Chirurgia Regenerativa, che si e’ aperto oggi a Roma e che si concludera’ sabato. L’utilizzo delle staminali nella chirurgia plastica e ricostruttiva prevede in pratica una liposuzione da cui prelevare le cellule per poi reimpiantarle. In questo modo si utilizzano le cellule e i tessuti propri del paziente non solo per riempire, come nel caso di seno, glutei o viso, ma per rigenerare i tessuti ringiovanendo la pelle. Alle staminali, spiegano gli esperti, si possono aggiungere i fattori di crescita ricavati dal proprio sangue.    Infatti i fattori di crescita stimolano le cellule, indicando loro una funzione specifica, una sorta di ordine chimico che ci permette di ottenere il risultato desiderato. Si tratta d’interventi, assicurano gli studiosi, assai meno invasivi di quelli tradizionali, con tempi di recupero post operatorio nettamente inferiori e risultati nel tempo assai piu’ duraturi. L’utilizzo del tessuto adiposo arricchito con fattori di crescita puo’ rappresentare una valida alternativa al tradizionale lifting. Infatti, il tessuto prelevato durante la liposuzione viene reinserito nelle depressioni del viso ottenendo due risultati: il primo di riempire gli avvallamenti antiestetici; il secondo, grazie alle cellule staminali, di rigenerare la pelle ringiovanendola in maniera duratura. Le complicanze, secondo gli esperti, sono uguali a quelli di un qualsiasi intervento chirurgico, con la differenza che si tratta di una tecnica molto meno invasiva rispetto a un lifting tradizionale, e con tempo di recupero molto piu’ rapidi. I fattori di crescita e le cellule staminali ottenute dal tessuto adiposo possono essere utilizzate in aggiunta per il trattamento delle calvizie e per il rinfoltimento progressivo. I fattori di crescita consentono infatti una rigenerazione dei bulbi atrofici prima della loro perdita definitiva ottenendo cosi’ un recupero del numero dei bulbi ed un aumento di spessore del fusto del capello.
Producono inoltre un rallentamento notevole della perdita dei bulbi capilliferi e della loro involuzione. Tutto questo e’ oggetto di un lavoro scientifico condotto da gruppo coordinato da Valerio Cervelli (presidente del convegno e direttore della Cattedra di Chirurgia Plastica dell’Universita’ di Roma Tor Vergata) sulla reale efficacia dei fattori di crescita in questo campo.

I casi trattati con tre infiltrazioni di fattori di crescita distanziate di 30 giorni l’una dall’altra hanno mostrato miglioramenti oltre che un arresto della caduta. Il numero dei capelli delle aree trattate e’ stato valutato attraverso analisi fototricografica, l’efficacia e la sicurezza della metodica sono state validate attraverso analisi istologiche e studi laboratoristici eseguiti su campioni bioptici prelevati dai pazienti prima e dopo la procedura.

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