Colesterolo: non solo nemico del cuore, ma un vero killer per i nefropatici
Colesterolo, un killer spietato per il cuore. Soprattutto per coloro nei quali il rischio cuore e’ fortemente amplificato da altre patologie: in prima fila i nefropatici, e poi i diabetici, le persone con ipercolesterolemia familiare o chi ha gia’ subito un evento cardiovascolare.
Per tutti l’imperativo e’ d’obbligo: abbassare il colesterolo! Eppure il trattamento ipolipemizzante, in particolare la riduzione della frazione LDL del colesterolo, e’ ancora oggi troppo spesso trascurato nella pratica clinica o mal gestito: cosi’ se da una parte ci sono pazienti a basso rischio sovratrattati, dall’altra ce ne sono molti, ad alto e altissimo rischio, sottotrattati. In particolare i pazienti con malattia renale cronica, una patologia in costante aumento nei Paesi occidentali che comporta un significativo incremento di complicanze di tipo cardiovascolare. Medici di Medicina Generale, Cardiologi e Nefrologi sono chiamati, dunque, ad un approccio a 360* del paziente, una sfida ambiziosa che oggi puo’ contare su un nuovo strumento: grazie al contributo educazionale di MSD Primary Care, e’ stato messo a punto un opuscolo dal titolo ”Gestione del paziente con malattia renale” presentato oggi a margine del 74mo Congresso della Societa’ Italiana di Cardiologia. Destinata ai medici, la pubblicazione nasce dalla collaborazione di un gruppo di Clinici, Cardiologi e Nefrologi con competenze diverse ma complementari, e si propone di fornire al lettore un inquadramento diagnostico-terapeutico pratico che partendo da una solida analisi fisiologica, non trascuri di segnalare le aree di incertezza ad oggi presenti e gli argomenti che richiedono ulteriori acquisizioni della ricerca clinica. La malattia renale cronica, dice Roberto Pontremoli, Professore Associato di Nefrologia Universita’ di Genova e I.R.C.C.S. Azienda Ospedaliera Universitaria San Martino-IST, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova ”e’ in costante aumento anche in Italia. Questo e’ dovuto all’aumento della vita media, all’aumento dei fattori di rischio per nefropatia (diabete, ipertensione, aterosclerosi, obesita’) e, sostanzialmente, alla mancanza di un trattamento adeguato di questa condizione medica, il cui andamento progressivo puo’ essere rallentato ma spesso non arrestato. L’approccio integrato ai pazienti con malattia renale cronica e’ necessario”.
La malattia renale cronica e’ una patologia comune, ad alto rischio cardiovascolare e soprattutto nella fase terminale ad alto rischio di mortalita’, eppure esiste ancora una scarsa consapevolezza della sua importanza sia tra i medici sia tra i pazienti. Ha una prevalenza a livello mondiale di circa il 10% e in Italia si contano circa 3 milioni di malati. E ha un alto costo, che impatta fortemente sul sistema sanitario: i dati piu’ recenti indicano un incremento negli ultimi anni dei pazienti che entrano in dialisi, con stime di 10mila casi incidenti e 50mila casi prevalenti per il 2009, per un costo annuo totale (farmaci esclusi) pari a 50mila euro. ”E’ fondamentale sottolineare che la malattia ha un fattore di rischio indipendente di mortalita’ – avvertono gli specialisti -. Per questo e’ imperativo, nel paziente nefropatico, istituire terapie adeguate nei confronti dei fattori di rischio cardiovascolari tradizionali come ipertensione e dislipidemia”.