Vaccino: perché potrebbe essere meno efficace negli uomini

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Un problema con il testosterone, l’ormone sessuale maschile, potrebbe ridurre l’efficacia del vaccino antinfluenzale negli uomini, rispetto alle donne.

Non tutti rispondono allo stesso modo al vaccino contro l’influenza, specie i maschi che hanno un problema con il testosterone, suggerisce uno studio.

Il vaccino contro l’influenza potrebbe essere meno efficace negli uomini. Un problema, specie per coloro che sono più a rischio di contrarre la malattia e per le possibili complicanze. A rendere meno efficace il vaccino non sarebbe tuttavia un problema intrinseco al vaccino stesso, ma un problema che riguarda l’ormone maschile testosterone e un suo legame con alcuni geni che ne vengono colpiti e le risposte degli anticorpi.vaccines

Questo è quanto suggerito da un nuovo studio condotto dai ricercatori della Stanford University, in cui emerge che i livelli di testosterone possono essere coinvolti nello spiegare perché gli uomini hanno spesso risposte più deboli ai vaccini rispetto alle donne.
Questo fatto non è nuovo agli scienziati, i quali hanno già in precedenti ricerche dimostrato che gli uomini in genere fanno esperienza di più gravi infezioni virali e batteriche rispetto alle donne, le quali tendono a dare risposte immunitarie più forti alle infezioni e alle vaccinazioni.

Per questo studio, i ricercatori hanno analizzato le risposte anticorpali al vaccino contro l’influenza stagionale del 2008-2009 in 53 donne e 34 uomini di diverse età.
I risultati hanno rivelato che le donne avevano prodotto anticorpi che possono essere più efficaci nel neutralizzare il virus dell’influenza, rispetto agli uomini che avevano risposte immunitarie differenti e meno produttive.
Accertato questo, i ricercatori hanno voluto spiegare questa differenza nella risposta immunitaria, per cui si sono rivolti a un pattern di espressione genica, ossia il grado in cui i geni specifici sono attivati o disattivati. Le analisi hanno permesso di scoprire che gli uomini con risposte vaccinali deboli tendevano ad avere elevati livelli di espressione di un certo gruppo di geni coinvolti nel metabolismo dei lipidi (grassi).

Ma questa condizione non è uguale per tutti – e questo potrebbe spiegare perché il vaccino (e anche le infezioni) non hanno lo stesso effetto su tutti gli uomini. E’ dunque la diversità nei livelli di testosterone e nell’espressione genica che fa la differenza: alti livelli di questo ormone ed elevata espressione del gene cluster si traducono in risposte anticorpali più deboli al vaccino. E questo accade sia rispetto alle donne che agli altri uomini con bassi livelli di testosterone.

I risultati completi dello studio, pubblicati su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), suggeriscono pertanto che il testosterone può sopprimere le risposte immunitarie ai vaccini alterando i pattern di espressione di specifici geni sebbene, ricordano i ricercatori, siano necessarie altre ricerche per poter determinare il meccanismo che sottende al fenomeno.

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