Nati prematuri: il contatto della mamma meglio di qualsiasi terapia

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Ancora meglio dei farmaci, è il tocco della mamma che stabilizza le condizioni di salute di un neonato e gli garantisce una vita eccellente anche per dieci anni a venire

Il contatto con la propria mamma pare sia un’ottima cura per i neonati prematuri.

Soltanto in Italia, in riferimento alle Statistiche dell’OMS, si conta quasi il 7% di bambini nati prematuri, o pretermine. Negli ultimi vent’anni, poi, i casi sono aumentati in maniera notevole e sono una delle prime cause di morte neonatale.
La maggior parte delle nascite premature avviene prima della 36ma settimana, ma vi sono casi molto gravi in cui avviene intorno alla 28ma.

Spesso i bambini necessitano di farmaci specifici, ma secondo uno studio condotto in Israele, la miglior cura sarebbe il tocco della mamma. Cura che offrirebbe non solo benefici immediati, ma vantaggi che durerebbero anche per i successivi dieci anni.
La ricerca, condotta dalla dott.ssa Ruth Feldman, professoressa alla Bar-Ilan University, ha voluto valutare l’impatto del contatto fisico della mamma sui neonati prematuri.
In particolare, è stata presa in considerazione la cosiddetta “Kangaroo Care” (KC) in rapporto alla classica incubatrice: una tecnica ideata nel lontano 1978 dal professore di neonatologia, dr. Edgar Rey Sanabria.

I bambini nati pretermine indossano solo un pannolino e un cappello, e vengono messi in posizione fetale sul petto della mamma, a contatto con la pelle. Alla stregua di un canguro (da qui il nome Kangaroo), il piccolo viene protetto da una sorta di involucro elastico. La mamma ha la possibilità di starci a contatto diverse ore al giorno (o quanto sceglie lei) e di allattarlo esclusivamente al seno. Questa pratica, pressoché sconosciuta in Italia, viene invece altamente raccomandata dall’American Academy of Pediatrics.

Durante lo studio, 73 mamme hanno seguita la tecnica Kangaroo Care per un’ora al giorno, per due settimane. Come controllo, altrettante madri hanno sottoposto i loro bambini alle cure standard di un’incubatrice. Ogni bambino è stato seguito per sette volte nei successivi dieci anni.
I ricercatori hanno così potuto scoprire come, nel corso del primo semestre di vita, le madri del gruppo Kangaroo care siano riuscite anch’esse a ottenere un comportamento più materno nei confronti dei loro bambini. Allo stesso modo anche i loro figli ne hanno tratto giovamento, dimostrando una migliore capacità cognitiva e abilità durante l’esecuzione di test condotti dai 6 mesi fino ai dieci anni di età. Intorno ai dieci anni, infine, si è potuto notare come soltanto i bambini che avevano seguito la KC avevano una migliore risposta neuroendocrina allo stress, un migliore funzionamento del sistema nervoso autonomo e un maggiore controllo cognitivo.

Dallo studio, pubblicato su Biological Psychiatry, si è quindi potuto mettere in evidenza come, ancor più che i farmaci, sia il contatto con la mamma la vera cura per un bambino prematuro e, molto probabilmente, anche garanzia di salute di un bambino nato a termine. Ma quest’ultima ipotesi, anche se più che plausibile, è ancora da verificare.

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