Ormoni tiroidei e obesità: studio italiano ribalta le teorie tradizionali

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tiroide

Avere gli ormoni tiroidei ‘sballati’ non è una causa di obesità, ma una sua conseguenza. A ribaltare la visione classica dei rapporti tra funzione della tiroide e chili di troppo sono ricercatori e i clinici dell’Unità operativa di medicina interna ed endocrinologia dell’Istituto scientifico di Pavia dell’Irccs Fondazione Maugeri, guidati da Luca Chiovato.

In una serie di studi pubblicati su riviste internazionali, il team ha indagato sulla funzione tiroidea degli obesi, partendo dalla teoria secondo cui l’ipotiroidismo provoca un aumento di peso. Per gli autori, le conclusioni di queste ricerche permetterebbero di evitare cure ormonali inutili ai pazienti ‘extralarge’. In tutti i Paesi sviluppati o in via di sviluppo l’obesità ha raggiunto negli ultimi 20 anni proporzioni epidemiche e la sua incidenza è in continuo aumento, ricorda una nota della Maugeri.   In Italia il 33% della popolazione è in sovrappeso (41% degli uomini e 26% delle donne) e quasi il 10% è obesa. In Lombardia le persone in sovrappeso sono il 25%, gli obesi l’8%. Sebbene i primi responsabili dell’obesità siano le cattive abitudini alimentari e lo scarso movimento, vari studi hanno cercato altre possibili cause nell’assetto endocrino delle persone obese, e in particolare nell’ipotiroidismo. Molti studi epidemiologici, infatti, avevano ripetutamente dimostrato che una percentuale rilevante di pazienti obesi presenta agli esami di laboratorio valori superiori alla norma di ormone tireotropo (Tsh), cioè un quadro ormonale tipico delle forme iniziali d’ipotiroidismo. Per capire se si trattava di una condizione di vero ipotiroidismo, gli endocrinologi pavesi hanno condotto una serie di studi dimostrando come, nella maggior parte degli obesi, l’aumento dell’ormone tireotropo circolante sia una conseguenza dell’eccesso di peso e non la causa dell’obesità. L’ultima ricerca, pubblicata su ‘Endocrine’, ha preso in considerazione una conseguenza tipica dell’ipotiroidismo e cioè la dislipidemia , caratterizzata dall’aumento del colesterolo nel sangue.

E’ stato studiato l’assetto lipidico di 55 pazienti con obesità grave (Bmi maggiore di 40) e livelli eccessivi di ormone Tsh. Se fossero stati davvero ipotiroidei, avrebbero dovuto presentare un aumento del colesterolo. Invece, confrontati con persone normopeso affette da vero ipotiroidismo, presentavano valori di colesterolo più bassi. “Un’ulteriore dimostrazione che l’anormale profilo ormonale tiroideo di molti obesi non è indicativo di vero ipotiroidismo – concludono gli scienziati – e che quindi questi pazienti non hanno bisogno di un trattamento sostitutivo con ormoni tiroidei”.

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