Cellule staminali isolate che potenzialmente possono diventare un vero e proprio laboratorio in miniatura per studiare le malattie genetiche e di conseguenza capire come curarle.

A renderlo possibile è una nuova tecnica illustrata in un articolo sulla rivista Nature Methods, che permette di isolare le cellule staminali artificialmente riprogrammate, che sono quelle portatrici di specifiche mutazioni genetiche, per studiarne il comportamento. Questo nuovo metodo è stato individuato da un gruppo di ricercatori americani autori dell’articolo e coordinati da Bruce Conklin, del dipartimento di Farmacologia Cellulare e Molecolare dell’Università della California a San Francisco.  Fino ad oggi la modifica precisa delle cellule staminali del genoma umano, chiamate anche pluripotenti dall’inglese Induced Pluripotent Stem Cell (Ips), è stata ostacolata proprio dalla difficoltà di isolarle. L’isolamento di queste staminali pluripotenti, potrebbe essere la chiave per comprendere meglio molte malattie rare e quindi anche essere utilizzate come un banco di prova per sperimentare futuri farmaci più specifici.

Secondo i ricercatori l’uso di mirati strumenti di ingegneria del genoma, per eseguire le precise mutazioni nelle cellule staminali umane pluripotenti isolate, “offre un’emozionante percorso verso l’obiettivo di poter al più presto sperimentare gli effetti biologici di queste mutazioni e quindi di poter indicare la strada alle cure più adatte”.

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