Le allergie si pagano a scuola, rendimento più basso, calo di autostima e due milioni di giorni di scuola persi ogni anno

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Stallergenes logo STAL_rvb_UKMilano, 17 febbraio 2014 – Uno studio su oltre 1800 studenti di età compresa tra i 15 e i 17 anni, ha riscontrato come, in un range tra il 38 e il 43% degli studenti, si riscontrassero sintomi di Rinite Allergica in un qualsiasi giorno di compito in classe: gli studenti che perdevano un punto nella votazione del compito presentavano almeno una delle seguenti condizioni: avevano sintomi allergici respiratori, avevano assunto un farmaco antiallergico il giorno della verifica (Walker S., J Allergy Clinical Immunology 2007; 120:381-387) e ogni anno solo negli Stati Uniti gli studenti allergici perdono 2 milioni di giorni di scuola a causa della ‘sindrome allergica respiratoria’.Il 30% dei bambini con allergia respiratoria presenta una forma GRAVE. Di questi, in uno studio francese il 20% riferiva un calo della performance scolastica, il 40% era distratto dai sintomi e il 50% presentava disturbi del sonno che si ripercuotevano sulla capacità di attenzione e concentrazione durante il giorno.

“I disturbi del sonno interessano l’88% dei bambini con rinite, con apnee, risvegli, difficoltà ad addormentarsi e sonno non ristoratore” spiega il Dottor Salvatore Barberi Pediatra Pneumo-Allergologo dell’Ospedale San Paolo di Milano. “Proprio nella popolazione pediatrica la ‘Sindrome Allergica Respiratoria’ e le sue complicanze impattano sui delicati aspetti emozionali della fase evolutiva portando a vergogna, calo di autostima, ansia dei genitori con iperprotezione e rischio di episodi depressivi.

(Jauregui I – J Invest Allergol Clin Immunol 2009;19 suppl. 1:32-39). Oltre alla compromissione delle facoltà cognitive la vita di un bambino allergico diventa presto piena di limitazioni, con eliminazione di tutte le situazioni che possono aggravare il disturbo, ad esempio il gioco all’aria aperta, le gite in campagna,  i pic nic, oppure la rinuncia di mandare il bambino al campeggio o l’impossibilità di farlo vivere con un animale domestico. Limitazioni alle quali i bambini si adattano difficilmente e che complicano, condizionandola, la vita della famiglia intera. Insomma, molte delle scelte ruotano intorno alla patologia e le limitazioni perdurano per tutta la vita quando, da adulti, il 73% rinuncia a trascorrere del tempo all’aria aperta e il 63% limita l’esercizio fisico e lo sport a causa della Sindrome (Harris Interactive, 2006).”

L’IMMUNOTERAPIA o ‘terapia desensibilizzante’ è a tutt’oggi l’unica terapia capace di modificare la storia naturale della malattia allergica e migliorare la qualità di vita Di bambini e adulti. L’immunoterapia con allergeni consiste nella somministrazione graduale di dosi crescenti dell’allergene, causa dei sintomi. Grazie alla sua facilità di somministrazione nella forma sub-linguale (SLIT) l’adesione al trattamento  è superiore all’85% nel 90% dei pazienti, anche bambini. L’assunzione della SLIT da parte del paziente richiede meno di 5 minuti: la compressa o la soluzione liquida contenente l’allergene viene mantenuta sotto la lingua per 2 minuti e poi deglutita.

Oggi sono disponibili  nuovi prodotti  BioMolecolari in cui la proteina è estratta da allergeni naturali ma che grazie a tecniche avanzate presentano un profilo molecolare in cui è determinata la sua quantità (microgrammi) in ogni prodotto. Questo fondamentale miglioramento del processo produttivo consente di raggiungere una caratterizzazione farmaceutica di tali prodotti. Infatti, conoscere la dose di allergene maggiore (“il principio attivo”) che è somministrata diventa fondamentale per l’efficacia e la sicurezza della terapia.

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