Steatoepatite: assolto il fruttosio, che non aggrava né incide
Il consumo di fruttosio non e’ associabile all’incremento di casi di steatoepatite non alcolica, malattia del fegato grasso non-alcolico.
Lo ha dimostrato un nuovo studio pubblicato sullo ‘European Journal of Clinical Nutrition’ condotto da John Sievenpiper del Clinical Nutrition and Risk Factor Modification Centre del St.
Michael’s Hospital di Toronto. Il possibile collegamento con la steatosi epatica non-alcolica e’ la principale critica recentemente mossa contro il fruttosio da coloro che ritengono che nel monosaccaride ci sia qualcosa di specificamente dannoso da una prospettiva metabolica associato all’incremento dell’obesita’.
La ricerca afferma che al fruttosio in se’ non e’ attribuibile la colpa dell’aumento della malattia del fegato non alcolica. Mentre il consumo eccessivo di calorie puo’ contribuire significativamente all’insorgenza della patologia, indipendentemente dal fatto che le calorie provengano dal fruttosio o da altri carboidrati.