AIFA: allarme su effetti delle smart-drugs ed energizzanti

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AIFA: allarme su effetti delle smart-drugs ed energizzanti

Occhio, ragazzi, ai rischi nascosti delle smart drug e agli effetti del ‘potenziamento cognitivo’ ricercato a tutti i costi assumendo sostanze energizzanti, anche legali. A mettere in guardia i giovani è l’Agenzia italiana del farmaco, con un lungo articolo pubblicato sul suo sito internet.

L’Aifa cita Jordan Belfort, il protagonista dell’ultimo film di Martin Scorsese, The Wolf of Wall Street, che sintetizza così il proprio stile di vita: “Uso lo xanax per concentrarmi, l’ambien per dormire, l’erba per calmarmi, la cocaina per tirarmi su e la morfina perché è ottima”.
Sembra che oggi si assumano “sostanze stupefacenti per affrontare tutto, dal risveglio al lavoro, passando per cibo, sesso e sonno, successo, famiglia, relazioni interpersonali. Oggi vogliamo tutto e subito. I bisogni primari sono stati sostituiti dalla necessità di affermarci e legittimarci con qualunque mezzo e a qualunque costo. Subito”. Sulla base di uno studio, l’agenzia ricorda che “molte nuove sostanze vengono commercializzate come ‘sballo legale’, anche quando le indicazioni riportano la dicitura ‘Non destinato al consumo umano’; in alcuni casi, infatti, per evitare i controlli, nei laboratori clandestini europei e mondiali si producono nuove droghe che vengono vendute direttamente sul mercato con etichette contenenti informazioni ingannevoli, per esempio ‘sostanze chimiche destinate alla ricerca’ o ‘fertilizzanti'”.

“Negli ultimi anni – si sottolinea – Internet e l’acquisto illegale hanno sicuramente cannibalizzato il mercato delle sostanze stupefacenti, ma non solo. In Italia sono stati individuati circa 500 portali in lingua italiana (o con base nel nostro Paese) che vendono questo tipo di sostanze e il 64% dei siti è stato definitivamente chiuso”. Anche sostanze apparentemente innocue possono avere effetti, come la caffeina.
Secondo la Johns Hopkins University e l’University of Vermont che hanno pubblicato uno studio sul “Journal of Caffeine Research”, molte persone sono, ad esempio, dipendenti dalla caffeina. La dipendenza produce una condizione chiamata ‘Caffeine Use Disorder’, ossia disturbo da uso di caffè; l’intossicazione da caffeina presenta di fatto gli stessi sintomi riscontrati in un’overdose di farmaci stimolanti. La comunità scientifica, e nello specifico l’American Psychiatric Association, hanno ufficialmente riconosciuto il disturbo da abuso di caffeina come un problema di salute reale, inserendolo nel nuovo Manuale sulla salute mentale.

Anche se la prima cosa a venire in mente è una tazzina, caffeina non vuol dire solo caffè. I potenziatori cognitivi, a volte chiamati smart drug o ‘potenziatori di memoria’ – sottolinea l’Aifa – sono sostanze usate per aumentare alcune funzioni mentali quali l’attenzione, la memoria, la concentrazione, la motivazione, la pianificazione, l’autostima e la capacità di prendere decisioni. Se da un lato però aumentano le capacità cognitive e riducono la sensazione di fatica, il sonno e la fame, dall’altro causano danni al pari delle vere e proprie droghe. Nel 2013, per esempio – cita l’agenzia – l’Agenzia francese per la sicurezza sanitaria e alimentare si è espressa sulle bevande energetiche (a base di caffeina, ma anche taurina), analizzando 257 casi di reazioni avverse, tra cui attacchi di panico, nervosismo ed epilessia.
Altri studi hanno dimostrato che l’elevato consumo di energy drink tra gli studenti delle superiori può rappresentare una ‘spia’ per altre attività che potrebbero influenzare negativamente lo sviluppo, la salute e il benessere degli adolescenti. In ambito europeo, ricorda infine l’Aifa, ci si è posti l’obiettivo di calcolare l’uso di energy drink tra i giovani danesi, esaminando anche le associazioni dei fattori socio-demografici e comportamentali in termini di salute. Ne emerge che in Danimarca il consumo sembra essere relativamente basso, ma anche che i fumatori, come coloro che consumano alcolici, sono i più inclini a consumare bevande energetiche, a riprova del fatto che condurre stili di vita sani rimane una delle migliori ‘medicine’ a nostra disposizione.

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