Alzheimer: scala le classifiche per causa di decessi, vicino ormai a cancro e infarti
Fino a oggi l’Alzheimer si attestava al sesto posto quale causa di morte, dietro a quelle per eventi cardiaci o cardiovascolari e il cancro, rispettivamente al primo e secondo posto. Una ricerca però mette in evidenza come il primato di queste due prime cause di morte sia tallonato dall’Alzheimer che miete sempre più vittime
Tra le principali cause di morte, l’Alzheimer sta contendendo il primato alle prime in classifica, come gli eventi cardiaci e il cancro.
Le due principali cause di morte nel mondo occidentale sono gli eventi cardiaci, o cardio vascolari, e il cancro. Due disturbi che detengono rispettivamente il primo e secondo posto.
Le malattie neurodegenerative come l’Alzheimer si ritiene si attestino al sesto posto quale causa di morte, tuttavia è molto probabile che la classifica debba essere riveduta.
Ad aver scoperto che la demenza e l’Alzheimer incidono sempre più nei bilanci dei decessi per malattia è una ricerca appena pubblicata su Neurology, la rivista dell’American Academy of Neurology (AAN).
«La malattia di Alzheimer e le altre demenze sono sottostimate sui certificati di morte e nelle cartelle cliniche – spiega il dott. Bryan D. James, del Rush University Medical Center di Chicago e autore principale dello studio – I certificati di morte elencano spesso la causa immediata della morte, come la polmonite, anziché visualizzarne la demenza come una causa di fondo».
Il problema delle statistiche sulle cause di morte è da ricercarsi nella necessità – o volontà – di indentificare una singola causa; per cui può accadere che non venga catturata la realtà del processo di morte per la maggior parte delle persone anziane, dove spesso contribuiscono più problemi di salute, fanno notare i ricercatori.
«Le stime generate dalla nostra analisi indicano che le morti per la malattia di Alzheimer superano di gran lunga i numeri riportati dal CDC e quelli elencati sui certificati di morte», sottolinea James.
Le conclusioni degli autori giungono dopo aver condotto lo studio in questione su 2.566 persone di età compresa tra i 65 anni e oltre, con un’età media di 78. I partecipanti sono stati sottoposti a verifica annuale per la demenza, rivelando che dopo una media di otto anni, 1.090 partecipanti sono morti. Un totale di 559 partecipanti senza demenza al basale (all’inizio dello studio) ha nel frattempo sviluppato l’Alzheimer. Il tempo medio dalla diagnosi alla morte era di circa quattro anni. Dopo la morte, la malattia di Alzheimer è stata confermata tramite autopsia in circa il 90% di coloro a cui era stata clinicamente diagnosticata.
I tassi di morte erano più di quattro volte superiori dopo una diagnosi di Alzheimer nelle persone tra i 75 anni e gli 84 anni; e quasi di tre volte maggiore nelle persone di 85 o più anni. Più di un terzo di tutte le morti in questi gruppi di età erano attribuibili alla malattia di Alzheimer.
Tutto questo, secondo i ricercatori, si traduce in una stima di 503.400 morti nel 2010 per Alzheimer nella sola popolazione degli Stati Uniti con più di 75 anni. Il tasso risulta così essere 5-6 volte superiore al numero di 83.494 decessi riportato dal CDC e basato su certificati di morte. Ecco pertanto come i decessi per Alzheimer o demenza siano sottostimate, portando di fatto la malattia verso una – ahimè – più alta posizione nella classifica delle cause di morte.
«Determinare i veri effetti della demenza in questo Paese è importante per sensibilizzare l’opinione pubblica e individuare le priorità di ricerca riguardo a questa epidemia», conclude James.