La conseguenza del dolore cronico: la depressione
Quasi 1 paziente su 2 è depresso, il 22% si sente impossibilitato a vivere e l’11% avverte una riduzione della dignità e della speranza. Il dolore e la malattia sono ancora difficili da comunicare e soprattutto da far comprendere a chi ha la responsabilità delle cure.
L’iniziativa “Parole del dolore”, promosso dall’Associazione Vivere senza dolore Onlus, è dedicata ai pazienti che soffrono di dolore cronico, oncologico e non oncologico. Obiettivo dell’iniziativa, che aveva mosso i primi passi a marzo 2013, in concomitanza con il Congresso SIMPAR (Study In Multidisciplinary PAin Research), è quello di dar voce alle persone costrette a convivere ogni giorno con la sofferenza cronica, che spesso si sentono sole e incomprese, perché incapaci di esternare in maniera adeguata la propria condizione.
Uno studio del Centro Neuropsicologico di Vigevano ha dimostrato forti corrispondenze tra la percezione e il racconto dei pazienti. In particolare, la depressione è stata rilevata nel 44% dei casi; la perdita di speranza e dignità si riscontra nell’11% dei malati,il 22% si sente impossibilitato a vivere, mentre per il 32% dei pazienti la sofferenza si ripercuote negativamente sulla qualità di vita e per il 34% influisce sulle relazioni interpersonali. “La parte di analisi psicologica del progetto Parole del Dolore, svolta con la collaborazione della Dott.ssa Simona Mennuni – spiega Nicola Allegri, psicologo e psicoterapeuta del Centro di psicoterapia di Vigevano e del Centro neuropsicologico Pavia-Vigevano- ha permesso di pervenire all’importante consapevolezza che la prassi clinica e il lavoro di ricerca, correlati al dolore cronico, siano imprescindibili dall’ascolto della voce di chi soffre. Questo è stato il nostro punto di partenza e ci proponiamo che rimanga la base della nostra attività, la quale si svilupperà sempre con l’obiettivo di avvicinare clinica e ricerca all’esperienza della sofferenza umana, che troppo spesso, purtroppo, viene trascurata”.
Le testimonianze – “Il dolore è impossibilità a vivere”. “Il dolore cancella i colori intorno a me”. “Ti sfinisce più della malattia”. “Perché devo aspettare la morte per non avere più dolore?”. Queste alcune delle 141 testimonianze di pazienti e cittadini, che hanno affidato alla scrittura pensieri ed emozioni suscitati dalla sofferenza. Frasi raccolte da Vivere senza dolore nelle piazze e negli ambulatori degli ospedali, trasmesse in diretta, tramite Facebook, ai medici riuniti al Congresso e lette in simultanea dai clinici, allo scopo di creare uno spunto di riflessione: un angolo di lettura del problema attraverso gli occhi del paziente. Ad un anno di distanza, le frasi hanno preso vita. Da una loro reinterpretazione in chiave poetica è nata un’installazione digitale interattiva, presentata in anteprima a Milano.
“Un progetto innovativo – spiega Marta Gentili, Presidente dell’Associazione Vivere senza dolore – che ci auguriamo porti ad una maggior comprensione dei meccanismi che stanno alla base del dolore fisico e della sofferenza. La nostra ricerca ha evidenziato come questo problema impatti sull’esistenza dei malati in maniera devastante. Basta leggere le frasi raccolte per capire come sia assolutamente necessario trovare un linguaggio comune che permetta al clinico di comprendere quello che il paziente cerca di trasmettergli”.