Allergie: l’assortimento immunitario che passa dalla mamma al bambino col parto naturale
Le mamme regalano al figlio una dote di batteri buoni che riducono il rischio di allergopatie
Nei primi giorni di vita la mamma “consegna” al bambino un “kit” immunitario. Un ricco corredo di batteri buoni che colonizzano l’intestino del neonato e lo difendono da virus e batteri per tutta la vita. Ecco perché i bambini che nascono con il cesareo sono più esposti al rischio di diventare allergici.
“Al momento della nascita – spiega Vito Leonardo Miniello, docente di Pediatria e Nutrizione Pediatrica presso l’Università di Bari – la mamma ha in serbo per il suo cucciolo preziosi regali quali la vita, il latte materno ed il passaggio dei suoi batteri intestinali e vaginali che andranno a colonizzare l’intestino sterile del neonato, permettendogli di costruire un proprio microbiota intestinale”.
Il microbiota intestinale è “un vero e proprio organo batterico con funzioni protettive di difesa nei confronti di batteri patogeni, metaboliche, per la produzione di vitamine e sostanze a valore energetico, e immunitarie”, continua l’esperto che fa parte del Direttivo della Sipps, la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, di cui si è appena concluso a Milano il Congresso. Un microbiota intestinale ricco e variegato è “in grado di addestrare il sistema immunitario a riconoscere antigeni utili, contrastare quelli pericolosi come i batteri patogeni e soprattutto a non essere “irascibile”, producendo in modo inappropriato sostanze pro-infiammatorie, responsabili di innescare malattie allergiche e autoimmunitarie”, tra le quali diabete di tipo 1, colite ulcerosa e la malattia di Crohn.
Il passaggio di consegne avviene in maniera ideale con il parto naturale. Eppure in Italia è ancora eccessivamente alta la quota di neonati che nascono con il parto cesareo: il 38% la media nazionale, con punte del 62% in Campania. “La modalità del parto ed il tipo di latte assunto risultano determinanti per la colonizzazione batterica post-natale – ricorda Miniello – e la composizione del microbiota intestinale attuale e futuro”.
Quando la cicogna arriva con il bisturi qualche soluzione c’è. “Recenti evidenze scientifiche – conclude Miniello – indicano che specifici ceppi probiotici, come i bifidobatteri e i lattobacilli, somministrati al lattante sin dai primi giorni di vita sono in grado di mutuare in parte la mancata dote batterica materna”.