Alzheimer: per ritardare la riduzione dell’ippocampo l’attività fisica è principale deterrente

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Alzheimer: per ritardare la riduzione dell’ippocampo l’attività fisica è principale deterrente

Mantenere stabile il volume dell’ippocampo e’ fondamentale per ritardare il declino cognitivo e la comparsa dei sintomi della demenza nei soggetti anziani con rischio genetico di sviluppare il morbo di Alzheimer.

Un nuovo studio condotto da Carson Smith della University of Maryland ha dimostrato che l’attivita’ fisica moderata svolge un ruolo protettivo sulla salute del cervello, ritardando il restringimento dell’ippocampo, regione cerebrale responsabile della memoria e dell’orientamento spaziale e la prima ad essere colpita dall’Alzheimer.  Ogni essere umano tende a perdere un po’ del volume del cervello con il passare del tempo ma le persone geneticamente vulnerabili all’Alzheimer mostrano una maggior atrofia ippocampale con l’aumento dell’eta’. Un decadimento che potrebbe essere ridotto attraverso la semplice attivita’ fisica.

“La buona notizia – ha spiegato Smith su Frontiers in Aging Neuroscience – e’ che l’attivita’ fisica moderata offre protezione dalla neurodegenerazione associata al rischio genetico per la malattia di Alzheimer, preservando il volume dell’ippocampo nei soggetti predisposti al morbo. Cio’ significa che l’attivita’ fisica e’ potenzialmente in grado di ritardare il declino cognitivo e la comparsa dei sintomi di demenza in questi individui”.

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