Clonazione terapeutica partendo da cellule staminali adulte
La ricerca sul cloning terapeutico ha appena conosciuto un’altra svolta. Per la prima volta un team di scienziati americani è riuscito ad ottenere cellule staminali embrionali a partire da cellule di adulti (senza bisogno di ovuli fecondati) e con un Dna perfettamente identico a quello dei donatori.
Un esperimento che spaventa perché costituisce la premessa della clonazione umana, ma che rappresenta anche uno straordinario passo in avanti verso la prospettiva di curare gravi malattie – come l’Alzheimer – grazie alla produzione in laboratorio dei tessuti. La scoperta rappresenta una seconda fase di un esperimento condotto già lo scorso anno da un team di ricercatori dell’Oregon: se nel maggio 2013 gli scienziati erano riusciti a portare a termine con successo un’operazione di cloning terapeutico a partire da cellule fetali e infantili, questa volta i donatori sono stati due adulti, di 35 e 75 anni. Questo significa che è possibile la produzione di tessuti e cellule specializzate anche a partire da cellule mature, e dunque lo spettro dei possibili beneficiari della scoperta si allarga immensamente. “La proporzione delle malattie che si possono curare con i tessuti creati in laboratorio cresce con l’età”, ha spiegato al Wall Street Journal Robert Lanza, co-autore dello studio e capo del dipartimento scientifico alla Advanced Cell Technology di Marlborough, in Massachusetts. “Se non riesce a fare con le cellule adulte, il valore della scoperta resta limitato”.
La ricerca è stata in parte finanziata dal governo della Corea del Sud e svolta in un laboratorio californiano. Oltre a paventare la strada verso la possibilità di clonare essere umani, l’esperimento ha sollevato polemiche anche da parte degli attivisti pro-life. L’embrione umano da cui vengono estratte le cellule si distrugge inevitabilmente nel corso dell’operazione e per alcuni questo equivale all’interruzione di una vita. Tuttavia, va chiarito, l’embrione creato nel cloning terapeutico presenta delle caratteristiche che non permetterebbero la formazione di un clone umano, neppure se impiantato in un utero.