Ebola: è codice rosso anche negli scali europei
Tra 90 e 110 morti è il bilancio provvisorio delle vittime del virus Ebola da quando è scoppiata l’epidemia in Guinea. Si tratta secondo l’Organizzazione mondiale della sanità della “più virulenta” da quando il virus è stato individuato 40 anni fa.
Per Medici senza frontiere, l’organizzazione umanitaria che si è già attivata nella regione, è un’epidemia “senza precedenti”. La stima dei casi è ancora provvisoria: si parla di 122 persone contagiate in Guinea e più di 90 morti: il virus si è diffuso, infatti, dapprima nel Sud della Guinea, poi ha raggiunto la capitale del Paese. Casi e vittime sono stati registrati anche in Liberia e ulteriori contagi in Mali. L’emergenza è destinata, secondo l’Oms, a durare tra 2 e 4 mesi.
Il virus Ebola è altamente letale: provoca delle febbri emorragiche e non ha attualmente una cura. L’unico modo per fronteggiarlo è un cordone sanitario per isolare i casi e non permettere altri contagi. A preoccupare l’Oms è soprattutto il salto tra le specie: il virus, infatti, nasce nelle scimmie, nelle foreste interne dell’Africa, ha fatto un primo “salto” nei pipistrelli e da questi ai roditori. Il ceppo che contagia l’uomo si è quindi rinforzato grazie al riassortimento dei vari “pezzi” di Dna.
Il pericolo di un contagio al di fuori delle aree a rischio è basso e proviene soprattutto dai passeggeri aerei. Per questo è partito il monitoraggio negli scali per individuare e isolare passeggeri che presentano sintomi riferibili alla malattia. Il codice rosso è scattato negli aeroporti europei di Parigi, Bruxelles, Madrid, Francoforte e Lisbona, principali scali dei voli provenienti dall’Africa. “Questa è la vera novità rispetto ai passati 40 anni di piccole epidemie – spiega Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI-Associazione Microbiologi Clinici Italiani -: purtroppo questa volta il virus non si è fermato ai villaggi rurali, ma ha iniziato a diffondersi in un grande centro urbano dove vivono due milioni di persone e si tratta del ceppo più aggressivo (ceppo Zaire). L’isolamento dei casi non basta, è fondamentale tracciare la catena di trasmissione.
Tutti i contatti dei pazienti che potrebbero essere stati contagiati dovrebbero essere monitorati e isolati al primo segno dell’infezione”.
Il virus Ebola si contrae attraverso il contatto diretto con persone e animali infetti e tramite sangue, urine, latte materno. Non si conosce ancora con certezza il serbatoio animale, ma sembra che il pipistrello sia il più probabile. Dopo un periodo d’incubazione che va dai 2 ai 21 giorni, il virus causa una febbre violenta, mal di testa, dolori muscolari, congiuntivite e fiacchezza generale, sintomi che molto spesso fanno pensare alla malaria e fanno iniziare il trattamento col chinino. In un secondo momento, il paziente ha vomito, diarrea e talvolta rash cutaneo. Il virus si diffonde nel sangue causando problemi di coagulazione ed emorragie gravissime. Familiari e operatori sanitari che curano i pazienti sono a elevato rischio di contrarre l’infezione. Alcune compagnie aeree chiedono un certificato sanitario redatto da un medico del posto prima di consentire ai passeggeri africani di salire a bordo di qualsiasi velivolo in partenza per l’Europa.