Paraplegici: stimolazione elettrica permette loro di muovere le gambe.

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Paraplegici: stimolazione elettrica permette loro di muovere le gambe.

Quattro giovani paralizzati da anni a causa della paraplegia sono riusciti a muovere le gambe come risultato di una stimolazione elettrica epidurale del midollo spinale. A riportarlo, uno studio di un gruppo di scienziati della University of California di Los Angeles e della University of Luoisville pubblicato sulla rivista Brain.

Tutti i quattro soggetti non erano assolutamente capaci di muovere le estremita’ inferiori del corpo prima dell’impianto di uno stimolatore epidurale in grado di trasmettere corrente elettrica continua al midollo spinale inferiore, riproducendo in questo modo i segnali che il cervello normalmente invia per iniziare il movimento. Gli uomini sono stati in grado di eseguire volontariamente i movimenti immediatamente dopo l’impianto e l’attivazione dello stimolatore.    Il recupero dei partecipanti ha richiesto un tempo cosi’ breve che i ricercatori hanno ipotizzato che, anche dopo il danno nervoso, potrebbe essere rimasta intatta qualche via di segnalazione capace di permettere i movimenti volontari. Nella stimolazione epidurale, la corrente elettrica e’ applicata a varie frequenze e intensita’ in specifici punti del midollo spinale lombosacrale che corrispondono a aree legate al controllo dei movimenti di fianchi, ginocchia, caviglie e dita dei piedi.

Una volta che il segnale e’ stato inviato, il midollo spinale e il suo network neurale permetteva di controllare e muovere direttamente i muscoli. Quando accoppiata con la terapia riabilitativa, l’impatto della stimolazione epidurale veniva amplificato. Nel corso dello studio, i ricercatori hanno notato che i partecipanti erano capaci di attivare i movimenti con meno stimolazione, dimostrando la possibilita’ del network spinale di ‘imparare’ e migliorare il funzionamento dei nervi.
La ricerca parte da uno studio di tre anni fa, pubblicato su The Lancet, in cui un uomo, Rob Summers (coinvolto anche in questi nuovi esperimenti) aveva mostrato di recuperare un certo numero di funzioni motorie in seguito a questa pratica. Secondo gli scienziati, questo studio dimostra che le scoperte sul recupero motorio di tre anni fa non furono una anomalia.

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