Pelle “in vitro”.
Pelle creata utilizzando cellule staminali e coltivata in laboratorio: potrebbe essere utilizzata per testare farmaci e cosmetici, rimpiazzando la sperimentazione in vivo, ma anche per sviluppare nuovi trattamenti per le malattie dell’epidermide.
A riuscirci e’ stato un team internazionale, che ha annunciato di essere stato il primo a creare l’epidermide – lo strato piu’ esterno della pelle – con una barriera funzionale come fosse vera. “Cellule staminali che funzionano”, ha commentato sul suo profilo twitter Luca Pani, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha riportato la notizia dello studio sul sito internet. La ricerca, pubblicata sulla rivista ‘Stem Cell Reports’, e’ stata condotta da scienziati del King’s College di Londra e del San Francisco Veteran Affairs Medical Center (Usa). La barriera funzionale evita che l’acqua fuoriesca dal corpo e impedisce l’entrata a germi e tossine.
Finora, nessuno aveva coltivato con successo porzioni di epidermide dotata di tale ‘scudo’, necessario per testare i farmaci, hanno commentato i ricercatori. “La possibilita’ di creare un numero illimitato di campioni di pelle geneticamente identici – sottolinea Teodora Mauro, a capo dell’equipe – puo’ essere utile per studiare una serie di condizioni in cui la barriera della pelle e’ difettosa a causa di mutazioni in geni coinvolti nella formazione della barriera cutanea, come l’ittiosi (pelle secca e squamosa) o la dermatite atopica (eczema)”.