Touch DNA: studio Sapienza dimostra che non è infallibile come prova di colpevolezza

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Touch DNA: studio Sapienza dimostra che non è infallibile come prova di colpevolezza

(Adnkronos Salute) – Il ‘touch Dna’, cioè il Dna che viene lasciato toccando oggetti o persone, ultima frontiera della genetica forense, non costituisce una prova infallibile di colpevolezza.

E’ quanto emerge da uno studio dell’università Sapienza di Roma, pubblicato su ‘Forensic Science International: Genetics’. Questa impronta biologica, sottolinea l’ateneo, è diventata in numerosi processi penali la prova inconfutabile della colpevolezza di una persona. Lo studio, coordinato da Antonio Filippini e Carla Vecchiotti, ha dimostrato invece che il touch Dna rilevato sulla scena di un crimine, non costituisce necessariamente la firma genetica dell’assassino.touchDNA020714
I ricercatori infatti hanno dimostrato che l’impronta biologica di un individuo può trovarsi su un oggetto o una persona che non ha mai toccato ma nella quale è stata semplicemente “trasferita” da altri. Gli studiosi parlano in questo caso di trasferimento secondario di tracce di Dna. L’importanza, in ambito investigativo-forense di questa scoperta risiede nella possibilità di attribuire un reale significato in termini di “peso della prova” ai profili genetici ottenuti, evitando così il rischio di considerare erroneamente significativi alcuni che, pur presenti sulla scena del crimine, nulla hanno a che fare con l’evento delittuoso in sé.

I ricercatori sono giunti a questi risultati attraverso l’identificazione dell’origine del materiale biologico da cui viene ricavato il profilo genetico. Gli studi indicano che il ‘touch Dna’ non sarebbe rilasciato dalle cellule localizzate nello strato più superficiale della pelle per effetto del loro sfaldamento e della conseguente dispersione nell’ambiente circostante; è invece prodotto dalle ghiandole sebacee, concentrate soprattutto nelle regioni pilifere del corpo umano, in una quantità che varia da individuo a individuo, anche in relazione alle condizioni fisiche del momento.Di conseguenza, poiché nel palmo delle mani non sono presenti ghiandole sebacee, il touch Dna rilevato sugli oggetti è solo veicolato dalla mano, che lo ha “rubato” da un’altra parte del corpo, il proprio o quello di un altro individuo: perciò il profilo genetico, rilevato sull’oggetto, non coincide necessariamente con quello della mano che l’ha toccato. (segue)Ricerca: studio ‘La Sapienza’, ‘touch Dna’ non e’ prova infallibile di reato (3)
“Nei processi penali dove le prove si basano principalmente sull’analisi dell’impronta del profilo genetico – precisano gli autori – sarà fondamentale valutare l’attendibilità della presenza dell’individuo sulla scena del crimine, cui appartiene il profilo del Dna ottenuto, alla luce dei nostri risultati. Sarebbe quindi importante considerare e analizzare l’interpretazione che è stata data alla prova del Dna nei processi penali, anche di grande risonanza mediatica, alla luce di queste nuove evidenze scientifiche”.Il progetto di ricerca, coordinato da Antonio Filippini e Carla Vecchiotti, è stato realizzato nell’ambito di una collaborazione tra le sezioni di Medicina Legale e di Istologia ed Embriologia Medica del Dipartimento di Scienze Anatomiche Istologiche Medico-Legali e dell’Apparato Locomotore, Sapienza Università di Roma. Del team di ricerca fanno parte Silvia Zoppis, Barbara Muciaccia, Alessio D’Alessio, Elio Ziparo, C. Vecchiotti e A. Filippini.

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