Vaccino contro dipendenza da eroina: avanzamento della ricerca promettente

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Alcuni ricercatori messicani stanno quasi per arrivare a quello che sembra un “sogno impossibile”, trovare un vaccino che elimini la dipendenza da eroina ed impedisca che questa potente e distruttiva sostanza agisca sul cervello.

Gli scienziati dell’Istituto Nazionale di Psichiatria hanno dedicato 20 anni allo studio di questa dipendenza per riuscire a trovare un rimedio a questo tipo di consumo, in crescita negli ultimi anni, soprattutto in Usa.  Lo scorso mese di marzo il governo Usa ha lanciato un allarme sanitario per l’aumento delle overdosi di eroina e l’abuso di farmaci analgesici oppiodi. “Oggi ci sono poche sostanze piu’ letali degli oppiacei venduti dietro presentazione di ricetta medica”, ha detto il procuratore generale degli Usa, Eric Holder. Il numero di morti per overdose di eroina e’ cresciuto del 45% in Usa tra il 2006 e il 2010, secondo i dati ufficiali.
In Messico il consumo di eroina non e’ un problema, ma ai confini con gli Usa e’ cresciuto in modo allarmante.

Per esempio, a Chihuahua, alla frontiera col Texas, si consuma 10 volte di piu’ rispetto alla media nazionale, ha fatto sapere l’ultima indagine della Encuesta Nacional de Adicciones.
Un’indagine dell’Onu diffusa lo scorso febbraio colloca il Messico tra i maggiori produttori di eroina, e fa sapere che lo scorso anno la produzione e’ stata tre volte superiore a quella della Colombia, un notevole indicatore sul fatto che il consumo mondiale e’ cresciuto.
Gli addetti ai lavori attribuiscono l’aumento della violenza nelle zone “calde” come Sinaloa. Michoacan o Guerrero, alla lotta per il dominio dei campi di papavero da oppio, che serve alla produzione di eroina.
Elena Medina, direttrice dell’Istituto Nazionale di Psichiatria, fa sapere che dal punto di vista scientifico “si tratta di una grande esperimento che ha permesso di identificare alcune ragioni dei motivi per cui le persone fanno uso di droghe, abusano di esse e poi non ne possono fare a meno”.

“Quando una persona si incontro con le droghe, il primo motivo per consumarle e’ quello del piacere che provocano. Perche’ questo sia possibile, la droga deve oltrepassare la barriera encefalica ed avere effetto sul cervello”.
Sostanze come gli oppiacei, a cui appartiene l’eroina, “producono maggior piacere che non quello dovuto ad altre attivita’ come mangiare, fare sesso e tutto quello che da’ emozioni e piaceri”.
Il vaccino, quindi, deve cercare di impedire che la droga attraversi la barriera del cervello.
Secondo la specialista, i modelli fino ad ora sviluppati su animali dagli scienziati messicani “mostrano chiaramente che un topo che e’ tossicodipendente, dopo l’inoculazione del vaccino, perde interesse per la droga”, un incoraggiamento per proseguire con velocita’ negli studi.
“Nel caso dell’eroina, nello specifico vaccino abbiamo verificato che si generano degli anticorpi e che la droga non arriva al cervello e che questa protezione dura abbastanza tempo”.
Le ricerche sugli animali hanno dato buoni risultati, per cui l’obiettivo dei ricercatori e’ verificare cosa occorre per poter usare questo vaccino sugli umani.
“Per arrivare a questo devono essere garantite molte cose, una di queste e’ che la sostanza non sia tossica per le persone e che possa essere immessa nell’organismo senza creare problemi per qualche altro organo”. Nel contempo, bisogna verificare che “non produca altri effetti tossici in altre speci animali prima di passare alla sperimentazione umana”.
“Stiamo lavorando su questo e abbiamo speranza che gli ultimi esperimenti che stiamo facendo possano dare dei risultati e potremo quindi cominciare a sperimentare il livello umano”, ha detto la scienziata, che calcola che ci vorranno almeno altri cinque anni prima di poter dimostrare che questa sostanza possa essere commercializzata.

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