Blocco dei recettori del dolore aumenta longevità nei mammiferi

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Il dolore cronico non e’ un alleato della salute ma adesso un nuovo studio ha dimostrato da una prospettiva molecolare che soffrire accorcia letteralmente la vita.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Cell, rivela che bloccando i recettori del dolore e’ possibile aumentare la longevita’ dei mammiferi.  In particolare, un ruolo cruciale nell’influenzare i processi di invecchiamento e’ giocato dal recettore del dolore chiamato TRPV1 che oltre alla durata della vita regola anche la salute metabolica nei topi.

Dagli esperimenti effettuati da Andrew Dillin della University of California, e’ emerso che i topi geneticamente modificati per risultare privi dei recettori TRPV1 vivono in media quasi quattro mesi in piu’ o circa il quattordici per cento piu’ a lungo dei topi normali.

I topi con il deficit mostrano anche segni di un metabolismo giovanile in eta’ avanzata, a causa dei bassi livelli del peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), una molecola che aumenta i livelli di glucosio nel sangue e contribuisce allo sviluppo del diabete di tipo 2.

Durante l’invecchiamento questi topi mostrano una tolleranza al glucosio maggiore – l’abilita’ di cancellare rapidamente lo zucchero dal sangue – cosi’ come una incrementata capacita’ di bruciare calorie senza aumentare le attivita’ fisiche.

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