Ciccia ad ali di farfalla, ecco come i pantaloni a vita bassa forgiano la nuova forma girovita
Una ridondanza assolutamente antiestetica, visibile non solo nelle persone in sovrappeso, ma anche in quelle magre: dopo la donna a mela e a pera arriva quella ‘ad ali di farfalla’.
E la colpa e’ dei pantaloni a vita bassa. Parola di Francesca Mazzeo, Chirurgo Plastico, Ricostruttivo ed Estetico di Parma che partecipa all’annuale congresso della Societa’ Italiana di Medicina Estetica (SIME) in corso a Roma. I pantaloni a vita bassa, con tutto il conseguente corredo di lingerie e collant scivolati dal punto vita a meta’ fianco, non donano a nessuna. Ma a nessuno era mai venuto in mente che potessero rappresentare anche un nemico della bellezza, nel senso letterale del termine.
”Spesso – ha spiegato Mazzeo – durante l’analisi della distribuzione del tessuto adiposo a paziente spogliata, abbiamo notato come questo, negli ultimi 7-8 anni, tendesse a distribuirsi piu’ frequentemente a livello della parte alta del fianco, nella regione lombare e del dorso. Questo determina una forma ad ali di farfalla (butterfly shape)”. Ora, secondo gli esperti, questa la farfalla, caratterizzata da questa particolare distribuzione del grasso, sarebbe causata proprio dall’abbigliamento a vita bassa che spezza letteralmente la linea dei fianchi. ”Il ripetuto microtrauma rappresentato dall’utilizzo dell’abbigliamento a vita bassa durante il giorno e spesso la notte – ha precisato la dottoressa Mazzeo – crea probabilmente una congestione degli adipociti e cio’ si concretizza in una sottile linea di liponecrosi, che rompe la normale struttura del fianco in sede lombare producendo questa anomala forma a farfalla.
Questo abbigliamento va ad agire proprio in modo opposto rispetto alle guaine elasto-compressive che ogni chirurgo e’ solito consigliare alle pazienti in seguito ad un intervento di liposcultura, allo scopo di modellare il tessuto adiposo lipoaspirato ed enfatizzare il risultato”. La soluzione del problema, oltre a cambiare il guardaroba, sta nella liposcultura, seguita da interventi di ‘consolidamento’ dei risultati. Ma non tutta la ‘ciccia’ in eccesso e’ tessuto adiposo; la cellulite e’ sempre in agguato e il trattamento delle due condizioni va mirato e personalizzato sulla paziente. A cominciare dalla diagnosi.