Le barriere coralline che resistono ai cambiamenti climatici
Gli ecosistemi delle barriere coralline, che sono tra gli ecosistemi più preziosi del pianeta, sono spesso considerati fortemente sensibili agli impatti dei cambiamenti climatici. Tuttavia, l’apparentemente delicata bellezza dei coralli può essere fuorviante.
Un nuovo studio recentemente pubblicato sulla rivista Science ha infatti identificato popolazioni di corallo che potrebbero essere resistenti ai cambiamenti climatici.
I ricercatori si sono concentrati su una popolazione di corallo ad ombrello Acropora hyacinthus, nelle Samoa Americane. Secondo i loro risultati, l’acclimatazione e l’adattamento hanno più o meno un ruolo paritario nella capacità delle barriere di sviluppare una tolleranza alle alte temperature. Nella sintesi dello studio si legge: “In meno di due anni l’acclimatazione raggiunge la stessa tolleranza al calore che ci si aspetterebbe da una forte selezione naturale per molte generazioni di questi organismi longevi”.
La notizia offre speranza a coloro che avevano temuto il peggio per questi magici regni sottomarini. Gli autori dello studio scrivono: “I nostri risultati mostrano sia un’acclimatizzazione a breve termine sia un adattamento a lungo termine al clima. L’aggiunta di queste capacità di adattamento ai modelli degli ecosistemi dovrebbe rallentare le previsioni di scomparsa degli ecosistemi delle barriere coralline”.
Secondo la rivista Nature, le temperature a cui sono sottoposti i coralli nelle Samoa Americane ucciderebbero la maggior parte delle barriere coralline, ed è proprio per questo che è interessante per ricercatori. Nature cita l’autore dello studio Stephen R. Palumbi, che dice che stanno appena iniziando a capire come questi coralli delle Samoa prosperano in queste condizioni estreme. “[Palumbi] pensa di poter sfruttare tale capacità per creare una barriera di corallo capace di sopravvivere nei mari caldi che dovrebbero risultare dai cambiamenti climatici. A partire dal mese di agosto, lui e la sua squadra cercheranno di piantare la più intelligente futura barriera corallina che ruisciamo a immaginare”.
La rivista Scientific American dice che Palumbi fa parte di un piccolo gruppo di ricercatori di coralli sparsi in tutto il mondo, che affrontano tali questioni per cercare di salvare le barriere coralline minacciate. “Il loro intento finale è quello di lanciare un programma di ‘evoluzione assistita dall’uomo’, creando coralli resistenti nei vivai controllati e piantandoli in aree che sono state – o saranno – duramente colpite dai cambiamenti”.
Quest’idea di creare una “barriera progettata” non è stata accolta senza polemiche. Nature cita il genetista di coralli Steve Vollmer, che esprime la sua preoccupazione che questo possa precipitare sul “pendio scivoloso di modificare i sistemi naturali”.
Mantenere le nostre barriere coralline in buona salute è fondamentale. Esse non solo offrono riparo e cibo a una grande varietà di animali e fungono da vivai per i pesci, ma rappresentano anche un “deposito” di medicine naturali e svolgono un ruolo importante nell’assorbimento dell’anidride carbonica dall’atmosfera. Secondo Scientific American, il 19 % delle barriere coralline del mondo sono andate perse dal 1950 e un altro 35 % è minacciato o in condizioni critiche.
Per maggiori informazioni, visitare:
Science
http://www.sciencemag.org/content/early/2014/04/23/science.1251336