Ossicodone/naloxone si conferma efficace e ben tollerato in diversi tipi di dolore. Gli ultimi studi presentati al World Medicine Park
Intensità della sintomatologia dolorosa ridotta del 50% nei pazienti oncologici e con sofferenza di origine neuropatica; buona efficacia analgesica anche nel low back pain, a fronte sempre di una preservata funzionalità intestinale. Questi alcuni dei più recenti dati di letteratura sull’associazione dell’oppioide ossicodone con l’antagonista naloxone, discussi al pre-congress Mundipharma durante il World Medicine Park in corso a Minorca. Grazie ai significativi risultati nel trattamento della restless leg syndrome, inoltre, il farmaco ha appena ottenuto per questa patologia la nuova indicazione in Germania e attualmente è in completamento l’iter registrativo negli altri Paesi europei.
Mahon (Minorca), 10 maggio 2014 – Confermando il suo impegno sul fronte delle terapie analgesiche, Mundipharma partecipa alla prima edizione del World Medicine Park, forum internazionale e multidisciplinare dedicato alle scienze mediche, quest’anno focalizzato sulla malattia dolore. Diversi i temi affrontati nel corso dell’evento precongressuale organizzato dall’azienda, in particolare la necessità di una maggiore appropriatezza nell’impiego degli analgesici, tenendo conto delle diverse tipologie di sofferenza cronica e delle specifiche caratteristiche di ogni paziente. “La nostra azienda – ha dichiarato Marco Filippini, General Manager Mundipharma Italia, Spagna e Francia – ha da sempre supportato i cambiamenti avvenuti nel nostro Paese con la Legge 38, attraverso la realizzazione di diversi progetti a favore di una maggiore diffusione della terapia del dolore e di una maggiore appropriatezza terapeutica per i pazienti affetti da qualsiasi tipo di patologia. Il World Medicine Park ci ha permesso di valorizzare ancora di più quello che abbiamo fatto nel corso degli anni”.
Nonostante la Legge 38/2010 e le diverse linee guida disponibili per una corretta gestione del dolore, purtroppo ancora spesso disattese, permangono in Italia ampi margini di miglioramento. Ancora oggi si assiste a un uso eccessivo degli antidolorifici non steroidei (FANS), sebbene la letteratura scientifica continui a evidenziare gli effetti avversi indotti da questi farmaci a livello gastrico e cardiovascolare, come ha confermato un recente articolo di Lancet (CNT Collaboration, 2013). Alla luce delle recenti raccomandazioni AIOM e della British Geriatric Society, gli esperti hanno inoltre evidenziato l’utilità degli oppioidi forti, efficaci già a bassi dosaggi, per il trattamento del dolore nei pazienti anziani. Grazie all’elevata efficacia antalgica, infatti, il loro impiego è da preferire rispetto all’utilizzo eccessivo di oppioidi deboli, che richiedono dosaggi maggiori e, di conseguenza, inducono possibili effetti collaterali.
Sul fronte dell’appropriatezza terapeutica, sono stati illustrati i più recenti studi a supporto dell’associazione dell’oppioide ossicodone con il suo antagonista naloxone, che ha confermato il suo profilo di efficacia e buona tollerabilità, oltre alla sicurezza d’impiego dovuta all’impossibilità di abuso. Attraverso l’analisi della letteratura, si è parlato in particolare del suo utilizzo per il trattamento di tre sintomatologie dolorose: il dolore da cancro, quello neuropatico e osteoarticolare, con particolare attenzione al mal di schiena. Un focus è stato dedicato anche alla sindrome delle gambe senza riposo.
“Gli ultimi studi parlano di una molecola che è estremamente maneggevole ed efficace”, ha commentato Flavio Fusco, Responsabile servizio Cure Palliative ASL 3 Genova. “L’associazione dell’analgesico ossicodone con il naloxone permette di utilizzare il farmaco partendo da bassi dosaggi, anche nel lungo periodo, e si è dimostrata utile nel trattamento di dolori particolarmente difficili: da quello oncologico, a quello osteoarticolare in particolare il low back pain, fino a quello di origine neuropatica. Il farmaco ha inoltre confermato la propria validità anche nelle terapie prolungate. Alla efficacia clinica del pain-killer si uniscono una buona tollerabilità e una bassa incidenza di quegli sgradevoli effetti collaterali attesi con le terapie a base di oppioidi, particolarmente rappresentati dai disturbi gastrointestinali quali la stipsi. Ossicodone/naloxone ha dimostrato di funzionare sia sul lato dell’efficacia sia su quello della prevenzione degli effetti collaterali. A questo si unisce un risparmio di altri farmaci quali i lassativi, i cui costi gravano interamente sui pazienti e le loro famiglie”.
Per quanto concerne il dolore oncologico, uno studio pubblicato dall’American Journal of Hospice and Palliative Medicine[1] ha dimostrato come ossicodone/naloxone permetta di dimezzare l’intensità della sintomatologia dolorosa in breve tempo. Risultato simile anche nell’ambito del dolore neuropatico, come rilevato da un’indagine pubblicata da Expert Opinion on Pharmacotherapy[2]. Anche sul fronte del mal di schiena il farmaco, secondo uno studio illustrato su Pain Research & Management[3], ha consentito di ottenere una significativa riduzione del dolore, che si è mantenuta costante nei 6 mesi di follow up successivi allo studio.
Impiegato per la sindrome delle gambe senza riposo (RLS), nello studio pubblicato di recente su Lancet Neurology[4], il farmaco si è dimostrato efficace nei pazienti più difficili, che non rispondevano alle terapie dopaminergiche standard.All’inizio del trial, l’intensità media dei sintomi – misurata su scala RLS da 0 a 40, era pari a 31.7 (grado severo); al termine della 12a settimana, il gruppo ossicodone/naloxone registrava una riduzione della sintomatologia di oltre il 50%. Alla fine delle successive 40 settimane, l’intensità dei disturbi era ulteriormente scesa a 9.7 (grado lieve). A fronte di questi dati, il farmaco ha ottenuto l’8 maggio la nuova indicazione per il trattamento della RLS in Germania da parte dell’Autorità regolatoria tedesca ed è in completamento l’iter registrativo nel resto d’Europa.
[1] Cuomo A. et al. 2013. American Journal of Hospice and Palliative Medicine.
[2] Hermanns K et al. 2012. Expert Opinion on Pharmacotherapy.
[3] Cloutier C. et al. 2013. Pain Research & Management.
[4]Trenkwalder C, Benes H, Grote L et al. 2013. Lancet Neurology.