Cure oncologiche: se a carico dei cittadini si acuiscono rischi disequità

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Cure oncologiche: se a carico dei cittadini si acuiscono rischi disequità

L’allarme lanciato durante il Congresso mondiale di oncologia, in corso a Chicago, dal presidente dell’associazione italiana di oncologia medica Stefano Cascinu. In Gb di nuovo crescita mortalità. Un algoritmo per calcolo costo-benefici farmaci

Farmaci oncologici a carico cittadini: “Aumentano i rischi disequità”CHICAGO – “In Gran Bretagna la mortalità da cancro ha ripreso ad aumentare. In Italia non abbiamo ancora una inversione di tendenza ma si stanno verificando diseguaglianze preoccupanti, con Regioni o addirittura Asl che non riescono a garantire tutti i farmaci innovativi ed i cui cittadini quindi sono curati meno degli altri. Il costante aumento dei costi dei trattamenti oncologici che denunciamo da anni ora sta intaccando la salute”.   L’allarme è del presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) Stefano Cascinu, in linea con le preoccupazioni dei colleghi di tutti i paesi avanzati riuniti qui a Chicago per l’annuale congresso degli oncologi americani, la sede di confronto e di discussione più importante al mondo su questo argomento.

E proprio dal congresso che celebra i cinquanta anni di vita dell’American Society of Clinical Oncology e dai suoi 25 mila iscritti ci si aspetta una rivoluzione nel decidere, da ora in poi, quali dei farmaci scoperti poi “meriti” di ricevere l’autorizzazione ad essere commercializzato e quindi utilizzabile.

L’algoritmo che aiuta i pazienti. Obbiettivo: mettere a punto un algoritmo che tenga presente non solo l’aumento di sopravvivenza ma anche gravità e costo degli effetti collaterali, miglioramento della della qualità della vita dei pazienti e dei parenti che li assistono. Una svolta che nasce da una considerazione pragmatica: nel 2013 la spesa globale per i farmaci anticancro ha toccato quota 91 miliardi di dollari, e cresce al ritmo del 5 per cento annuo. Bloccata invece da tempo la ricchezza complessiva, per la crisi dell’economia globale. E quindi la cura del cancro entra a pieno diritto nei criteri della “insostenibilità”, come l’elettricità fatta col carbone o il petrolio.

“Il problema – ha sintetizzato Neal Meropol , primario di ematologia e oncologia all’university Hospital Medical Center di Cleveland – è che il sistema attuale è insostenibile perché minaccia l’accesso alle cure innovative e di alta qualità contro il cancro”.

“Inutile produrre farmaci troppo costosi”. “E’ inutile produrre dei farmaci se poi nessuno li può comprare, per questo è importante il cambio di orientamento qui all’Asco – conclude Cascinu – In Italia, come già detto, il nostro sistema sanitario pubblico regge.

Ma una minaccia arriva dai cosiddetti Cnn. Si tratta di una soluzione adottata per rendere subito disponibili farmaci innovativi senza attendere i lunghi tempi che si prende la procedura per fissare il prezzo. Il farmaco, appena riceve l’autorizzazione viene messo in commercio in fascia C, quella non rimborsabile, al prezzo deciso dall’azienda. Così chi vuole, non solo privati ma anche Asl, se lo ritengono utile per i loro malati, lo possono già comprare e somministrare. Entro 100 giorni poi deve essere fissato il prezzo e reso rimborsabile. Ma i tempi si stanno allungando e così non tutte le Asl, o Regioni intere, ce la fanno a continuare a comprarlo ed i loro assistiti rimangono senza. Una diseguaglianza inaccettabile”.

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