Dopo il tumore alla prostata la coppia fa l’amore come prima
Unità Operativa di Urologia Policlinico di Abano Terme – direttore dottor Angelo Porreca
SESSO, L’IMPOTENZA CONSEGUENTE ALL’INTERVENTO CHIRURGICO SI PUÒ VINCERE CON UNA PROTESI
L’unità urologica del Policlinico di Abano Terme è centro di riferimento in Italia e nel Veneto per il trattamento dell’impotenza conseguente all’ asportazione chirurgica della prostata per tumore che colpisce circa 3 milioni di italiani. L’ Urologia dell’ospedale pratica, a livelli di eccellenza e con il Sistema Sanitario Nazionale, tecniche di chirurgia protesica all’avanguardia basate sull’impianto di protesi peniene di nuova generazione AMS che consentono all’uomo il ritorno a una normale sessualità
Fare l’amore: a 3.000 italiani ogni anno servirebbe una protesi, ma solo 1 su 6 si opera
“Si tratta di uomini”, spiega il dottor Donato Dente uro- andrologo all’unità di urologia del Policlinico di Abano Terme, che hanno superato i 50- 60 anni e sono reduci da un tumore della prostata, o soffrono di malattie cardiovascolari, diabete e vasculopatie. Patologie queste spesso associate a una disfunzione erettile grave che compromette la vita di coppia. “Le pillole dell’amore”, non sono efficaci in 3 casi su 10 e la maggioranza dei maschi italiani ignora l’esistenza delle protesi . Ogni anno, in Italia, circa 3 mila gli uomini ne avrebbero bisogno, ma soltanto 500 – appena uno su 6 – viene operato. Per gli altri l’amore è “negato”. Responsabili la scarsa informazione, la ma anche difficoltà legate a un intervento non ancora adeguatamente diffuso e praticato nel nostro Paese”.
Secondo recenti dati, dopo il tumore è crisi di coppia per circa 3 milioni di italiani affetti da impotenza conseguenza indesiderata dell’asportazione radicale della prostata. “L’asportazione chirurgica radicale della prostata”, spiega il dottor Donato Dente, “nonostante la robotica che consente di operare in maniera mininvasiva e di salvare i nervi deputati all’erezione in alcuni pazienti causa una disfunzione erettile . Alcuni tumori ,per ragioni di sicurezza oncologica, non possono infatti essere rimossi salvando i nervi dell’erezione. Per tornare ad amare se non sono efficaci i farmaci, la soluzione definitiva arriva dalle protesi peniene idrauliche di ultima generazione che determinano un’erezione simile a quella fisiologica. L’impianto della protesi si effettua con l’inserimento all’interno dei cilindri naturali del pene, i corpi cavernosi, di due cilindri espansibili collegati ad una piccola pompa di controllo, posta sotto la pelle dello scroto tra i due testicoli e ad un serbatoio contenente del liquido. L’uomo può così ottenere un’erezione ogni qualvolta lo desideri, con la stessa sensibilità e capacità di orgasmo che aveva prima dell’intervento premendo semplicemente sull’area in cui è posizionata la pompa. In questo modo il liquido si trasferisce dal serbatoio ai cilindri e il pene raggiunge l’erezione che consente di avere un rapporto completo.
Dopo il rapporto azionando di nuovo la pompa il pene torna al normale stato di flaccidità. Le nuove protesi tricomponenti consentono una perfetta erezione con ingrossamento e allungamento del pene, risolvendo così anche il problema della riduzione delle dimensioni del pene (ulteriore effetto collaterale della prostatectomia) che inevitabilmente si accorcia a seguito dell’inattività sessuale conseguente all’intervento (si calcola fino a più di 2 cm entro l’anno successivo all’intervento) .La protesi peniena costituisce perciò la via risolutiva e definitiva del problema, con grande soddisfazione dei pazienti trattati. Le percentuali di possibili complicanze sono molto basse, a patto che ci si rivolga a Centri specializzati come l’Unità Operativa di Urologia Robotica e mininvasiva diretta dal Dottor Angelo Porreca, tra i centri di eccellenza e di riferimento in Italia e nel Veneto per la riabilitazione sessuale e per la chirurgia protesica. ( la struttura vanta un ambulatorio dedicato alla riabilitazione sessuale post prostatectomia radicale in cui vengono affrontati tutti gli aspetti della riabilitazione funzionale, offrendo al paziente un’assistenza a 360°). Sebbene la protesi risolva definitivamente l’impotenza post-prostatectomia, molti uomini non ne conoscono l’esistenza perché spesso non vengono informati. Stessa mancanza di informazione anche per i 400.000 italiani affetti da grave impotenza non legata a interventi alla prostata ma che non risponde ai farmaci. Gli interventi di chirurgia protesica lo scorso anno sono stati 1.200: solo lo 0.4% degli italiani con gravi problemi erettili ha ricevuto un trattamento risolutivo, nonostante molti studi scientifici dimostrino l’efficacia delle protesi con un elevato grado di soddisfazione per il paziente e per la partner”. Tutte queste problematiche sono state diffusamente affrontate durante il recente Congresso annuale della UROP – Urologi dell’Ospedalità privata- che si è svolto ad Abano Terme ed ha riunito a confronto circa 600 urologi provenienti da tutta Italia e la presenza di alcuni tra i dei big dell’urologia internazionale” .