HIV, sono oltre tre milioni i bambini affetti, per i quali occorrono terapie su misura
L’infezione da HIV nel mondo ha spesso il volto di un bambino. Nel 2012 i pazienti pediatrici a livello globale erano circa 3,3 milioni, quasi il 10% dei circa 35 milioni di persone che convivono con l’infezione.
In Italia, come in tutti i Paesi europei, i pazienti pediatrici sono in diminuzione, ma ancora oggi si registrano casi di trasmissione verticale dell’infezione da madre a figlio, da parte di donne che non vengono ”intercettate” nei controlli anti HIV prima e durante la gravidanza. Dal 1982 al 2012 in Italia sono stati notificati 784 casi di AIDS in eta’ pediatrica. E’ anche sul futuro di questi bambini che si concentra adesso l’innovazione in Virologia.Un futuro sicuramente migliore rispetto a pochi anni fa, con un’aspettativa di vita comparabile a quella della popolazione generale, ma con un percorso scandito dal rapporto quotidiano con la terapia.
Un rapporto complesso per gli adulti e molto problematico per i pazienti fragili come i bambini con HIV, per i quali perfino la formulazione del farmaco puo’ rappresentare un ostacolo quasi insormontabile per la somministrazione della terapia. In questa chiave, e’ un successo della ricerca virologica e un passo in avanti per i pazienti pediatrici l’arrivo delle formulazioni pediatriche ”a misura di bambino” di raltegravir, capostipite degli inibitori dell’integrasi, la piu’ recente innovazione terapeutica nella lotta all’infezione da HIV e da qualche anno elemento indispensabile del trattamento antiretrovirale.
A differenza di altri antiretrovirali, che vengono semplicemente adattati al peso dei bambini, raltegravir e’ stato appositamente studiato nella popolazione pediatrica; adesso la nuova formulazione in compresse masticabili, dal sapore gradevole, ne facilitera’ la somministrazione nei bambini da 2 a 11 anni, garantendo un miglior assorbimento del farmaco. All’orizzonte vi e’ inoltre la formulazione granulare orale, che potra’ essere somministrata ai neonati gia’ a partire dalle 4 settimane. ”Raltegravir, primo inibitore dell’integrasi, si differenzia da altri antiretrovirali perche’ viene testato da anni, precisamente dal 2007, e il suo elevato profilo di tollerabilita’ oltre che di efficacia e’ ormai comprovato e consolidato – dichiara Antonio Di Biagio, Dirigente medico della Clinica di Malattie Infettive dell’IRCCS Azienda Ospedaliera-Universitaria San Martino-IST di Genova – queste osservazioni ne fanno un farmaco di grande efficacia e assai ben tollerato, questione non di poco conto quando si parla di pazienti in eta’ pediatrica, i piu’ difficili da trattare.
I vantaggi di questa nuova formulazione sono indiscutibili ed enormi dal punto di vista clinico e pratico: la masticabilita’ aumenta l’aderenza, migliora il profilo farmacocinetico del medicinale, mentre la sua efficacia non cambia”. Una novita’ importante che migliorera’ la vita di tutti i giorni dei pazienti pediatrici e delle loro famiglie. Il tipo di ”buona notizia”, basata su ricerca e sperimentazione e non su approssimazione e false aspettative, che ogni giornalista scientifico vorrebbe poter dare ogni giorno. Lo stesso modello di giornalismo scientifico rigoroso, documentato e informato, che viene promosso dal Premio giornalistico ”Riccardo Tomassetti” organizzato dal Master di I livello ”La Scienza nella Pratica Giornalistica” (SGP) della ”Sapienza” Universita’ di Roma.