Ictus: sensore sottocutaneo per rilevare e registrare aritmie latenti

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Cinquecento pazienti in Europa, Canada e Stati Uniti si sono fatti impiantare un microdispositivo che registra il battico cardiaco e potrebbe rivoluzionare la prevenzione

Contro l’ictus, un sensore sotto la pelle per registrare aritmie latentiUn microdispositivo che si impianta sotto pelle e registra il battito cardiaco anche per anni, lanciando un segnale d’allarme in caso di aritmie asintomatiche non rilevabili dai metodi diagnostici tradizionali che costituiscono una delle principali cause di ictus. Circa 500 pazienti in 55 centri in Europa, Canada e Stati Uniti e un risultato così promettente – come pubblicato oggi sul New England Journal of Medicine – che cambierà molto probabilmente il futuro della prevenzione delle recidive di ictus, una malattia che colpisce ogni anno circa 200.000 persone in Italia e le cui cause, utilizzando le metodiche diagnostiche attuali, restano sconosciute in una percentuale di casi che varia dal 20 al 40%.

“E’ noto che la fibrillazione atriale parossistica, che spesso non dà sintomi e può regredire spontaneamente dopo pochi minuti, è una delle cause di ictus – premette Vincenzo Di Lazzaro, direttore della Neurologia dell’Università Campus Biomedico di Roma, uno dei centri italiani che ha partecipato allo studio insieme all’Università Cattolica di Roma – questo tipo di aritmia però non è facile da documentare e per questo è difficile fare prevenzione secondaria. Lo studio CRYSTAL AF (Cryptogenetic Stroke and Underlying Atrial Fibrillation) che è la più grande sperimentazione clinica su questo fronte, dimostra come si possa identificare precocemente chi è a rischio di un altro ictus, dopo averne avuto un primo le cui cause sono rimaste sconosciute. Il vantaggio consiste nel poter prevenire più efficacemente la recidiva con una terapia anticoagulante: i farmaci antiaggreganti, infatti, che si usano più comunemente, hanno un’efficacia limitata nella prevenzione dell’ictus causato da fibrillazione atriale”.

Lo studio ha reclutato quasi 500 pazienti con ictus senza causa determinata, dividendoli in 2 gruppi: il primo è stato seguito con approccio tradizionale, ovvero registrazione Holter dell’elettrocardiogramma per 24 ore, mentre al secondo gruppo è stato impiantato un dispositivo di registrazione. L’apparecchio (Medtronic), che all’inizio dello studio era delle dimensioni di una pen drive e che successivamente è stato riprogettato come un microdispositivo lungo 45 mm e dello spessore di circa 4 mm, viene iniettato sottocute all’altezza del cuore ed è in grado di registrare in maniera continua il battito cardiaco segnalando l’eventuale comparsa di aritmia. Una volta ricevuto il segnale di allarme da un telecomando, il paziente può recarsi direttamente in ospedale o inviare telefonicamente il tracciato elettrocardiografico al medico.

“Nell’arco di 3 anni da un ictus ischemico senza causa nota – spiega Tommaso Sanna, cardiologo presso il Dipartimento di Scienze Vascolari del Policlinico Universitario Gemelli di Roma e primo autore del lavoro – il 30 % dei pazienti ha almeno un episodio di fibrillazione atriale, che in quasi l’80 % dei casi è asintomatico. Nei 3 anni di osservazione, inoltre, è stata riscontrata fibrillazione atriale nel 30 % dei pazienti cui era stato impiantato il dispositivo e solo nel 3 % dei soggetti ai quali non era stato impiantato”.

Senza il dispositivo, insomma, è molto probabile che la fibrillazione atriale, un’aritmia assolutamente imprevedibile, sfugga alla diagnosi. I risultati di questo studio potrebbero dunque modificare la strategia di prevenzione dell’ictus recidivante, che colpisce da un quarto ad un quinto dei pazienti che hanno già avuto un primo attacco, spesso con conseguenze più devastanti del primo evento, portando a disabilità permanente. “È verosimile che questo tipo di intervento venga incluso nelle linee guida per la prevenzione secondaria dell’ictus – racconta con entusiasmo Di Lazzaro – ma questo non vuol dire che si possa impiantare il dispositivo a tutti. Anche per non gravare sui costi del sistema sanitario nazionale (che dispensa il dispositivo per la sincope e la fibrillazione atriale ndr) è necessario selezionare i pazienti da arruolare. Bisogna pertanto prima sottoporre i pazienti a tutte le procedure diagnostiche standard (elettrocardiogramma Holter, risonanza ed angiorisonanza magnetica cerebrale, esami del sangue per escludere alterazioni della coagulazione) solo se sono tutte negative si può prendere in considerazione l’impianto del dispositivo”.

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