Matrimoni infelici causano gravi cardiopatie
Le relazioni di coppia, i matrimoni o le convivenze problematici fanno aumentare il rischio di malattie cardiache e cardiovascolari. I rapporti a due che generano infelicità fanno dunque male al cuore, in tutti i sensi, ritengono i ricercatori
I matrimoni o le relazioni infelici pare trafiggano il cuore anche in senso fisiologico, esponendo le persone al doppio del rischio di malattie cardiache o cardiovascolari.
Sono più di quello che si crede i matrimoni o le relazioni di coppia problematici. Spesso, questi rapporti rendono le persone insoddisfatte, infelici, a causa dei problemi e le incomprensioni che vi sono. Un matrimonio infelice fa dunque male al cuore, e non solo in senso metaforico ma anche in quello fisico perché, secondo gli scienziati dell’Università di Pittsburgh, le persone che vivono un rapporto poco sereno hanno un maggiore rischio di malattie cardiache o cardiovascolari.
Il prof. Thomas Kamarck, insieme a Nataria Joseph dell’UP, hanno coinvolto un campione di 281 ambosessi sani di mezza età, sposati o conviventi. Per quattro giorni, i partecipanti sono stati oggetto di monitoraggio delle loro interazioni di coppia e sociali. In particolare è però stata posta attenzione alle interazioni positive e negative con il partner. Allo stesso modo sono state prese le misure dello spessore della arteria carotide.
I ricercatori sono partiti dalla crescente evidenza che suggerisce come la qualità e i modelli delle proprie relazioni sociali possono essere collegati con una varietà di conseguenze sulla salute, tra cui le malattie cardiache. Secondo gli autori, i risultati ottenuti possono avere implicazioni più ampie, non solo sostenendo l’idea che relazioni romantiche o coniugali, felici o infelici, svolgono un ruolo significativo nella salute generale. L’idea è quindi che sia i processi biologici che psicologici e sociali interagiscono tutti per determinare la salute fisica.
Dai dati raccolti si è rilevato che le persone con interazioni coniugali ritenute negative possono avere un 8,5% di maggiore rischio di soffrire di infarto o ictus rispetto a quelli con buoni rapporti. Tra i partner poi che hanno segnalato interazioni più negative, sono state trovate carotidi più spesse. Il dott. Joseph ha sottolineato che queste associazioni non potevano essere valutate rispetto ad altri fattori comportamentali o biologici di rischio ed erano anche indipendenti dalla frequenza dell’interazione coniugale, delle interazioni sociali non coniugali o fattori della personalità.
I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Psychosomatic Medicine, suggeriscono agli operatori sanitari la possibilità di trarre importanti informazioni circa lo stato di salute di una persona anche valutando la qualità delle proprie relazioni e, da queste, poter intervenire in modo più mirato.
Per quel che invece ci riguarda, dovremmo cercare di avere rapporti di coppia più sereni non solo perché alla fine ne va del nostro matrimonio o relazione, ma anche della nostra salute.