Mesotelioma: spunta il carciofo per combatterlo, proposta italiana
Un estratto del noto vegetale sarà testato su pazienti a rischio all’Istituto Regina Elena di Roma
Il mesotelioma è un nemico ben noto in Italia, dove ogni anno sono più di 2 mila le persone a ricevere una diagnosi di questa temibile forma tumorale. Da oggi per tutti coloro che sono a rischio di svilupparlo c’è una nuova speranza: la possibilità di prevenirlo attraverso l’assunzione di un composto ottenuto a partire dall’estratto di foglie di carciofo. Ad annunciarlo sono gli esperti dell’Istituto Regina Elena di Roma, che in occasione dell’International Workshop on metabolism, diet and chronic disease tenutosi nella capitale hanno presentato uno studio sperimentale che condurranno in collaborazione con la McMaster University di Hamilton (Canada).Per un anno circa 30 pazienti a rischio, ad esempio perché già portatori di placche polmonari da asbesto (meglio noto come amianto, minerale strettamente associato all’insorgenza del mesotelioma pleurico maligno), sperimenteranno gli effetti potenzialmente protettivi di questo composto, interamente messo a punto da un’azienda italiana.
Giovanni Blandino, Responsabile del Laboratorio di Oncogenomica Traslazionale dell’Istituto Regina Elena, ha sottolineato che in Italia l’incidenza del mesotelioma è in continua crescita. “E’ atteso un picco entro il 2020”, ha precisato l’esperto. Infatti nonostante l’amianto sia stato messo al bando da ormai più di vent’anni le stime parlano di 32 milioni di tonnellate del minerale ancora presenti nell’ambiente, pari a circa 5 quintali per cittadino.
Per di più il mesotelioma, tumore per cui non sono state ancora individuate cure efficaci, può comparire anche a decenni di distanza dall’esposizione all’amianto. Tutto ciò rende di interesse assolutamente attuale la messa a punto di nuove strategie per prevenirne l’insorgenza. “La chemioprevenzione [questo il nome di un approccio di questo tipo, ndr] è un’idea nata negli Stati Uniti che in Italia ha trovato terreno fertile – ha spiegato Paola Muti, ricercatrice della McMaster University – Si può attuare tutti i giorni anche tramite l’alimentazione o con un impiego differente di alcuni farmaci”.
“Nel nostro studio sperimentiamo, primi al mondo, la chemioprevenzione con una sostanza naturale e dal costo contenuto – ha precisato Sabrina Strano, ricercatrice al Regina Elena – Se le nostre intuizioni venissero confermate, apriremmo la strada a una rivoluzione”.