Tumore cerebrale: la radioterapia è più precisa ed efficace

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cervello

Un nuovo sistema consente di mappare il tumore: più precisione ed efficacia per cure più rapide

Una scansione del volto e una sensibilità al movimento, per irradiare con più precisione i tumori del cervello: gliomi, metastasi cerebrali, piccoli neurinomi e meningiomi. Lo consentono una maschera hi-tech, che lascia liberi gli occhi, e una macchina in grado di “leggere” queste informazioni in tempo reale. Aumentano, infatti, i casi in cui si ricorre alla radioterapia anche come unica opzione terapeutica: tumori inoperabili, l’età avanzata del paziente o con uno stato di salute precario. E l’innovazione tiene il passo.     “Negli ultimi anni il ruolo della Radioterapia Oncologica per la cura del cancro è progressivamente aumentato di importanza – spiega Riccardo Maurizi Enrici, Presidente dell’AIRO, l’Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica, e professore ordinario di Radioterapia Oncologica presso l’Università La Sapienza di Roma -. Dalla letteratura scientifica emerge come attualmente il 40-50% dei pazienti oncologici utilizzi questa metodica nel proprio percorso di cura. Un numero in continua crescita che si stima raggiungerà nei prossimi anni, a causa dell’invecchiamento e quindi dell’aumentata incidenza dei tumori, valori del 60-70% come pubblicato recentemente sul Journal of the National Cancer Institute”.

Tumori del cervello, ma anche del polmone, della prostata e del fegato. L’idea è quella di colpirli in maniera più precisa, con dosi più elevate, una maggiore efficacia, minor tempo per ciclo. Per la prima volta in Italia una macchina di questo genere, l’acceleratore Edge Radiosurgery, viene utilizzata per il trattamento dei tumori cerebrali. Accade all’Humanitas di Rozzano (Milano), dopo Lisbona e Detroit, con vantaggio per i pazienti: più liberi nei movimenti, occhi non “bendati”, meno ansia in un momento già particolarmente delicato. Ma le applicazioni della macchina sono anche per i tumori del polmone e in campo urologico.

In questo caso il Radioterapista è affiancato dal chirurgo: si applicano minuscole “bandierine” metalliche (chiamati beacons”) che costruiscono una “mappa” del tumore: posizione e movimenti vengono rilevati costantemtente, ad esempio durante la respirazione. L’acceleratore segue queste informazioni, come se fossero quelle di un “Gps”, è colpisce la superficie dei tessuti malati preservando quelli adiacenti. “Grazie a questo sofisticato sistema è possibile utilizzare frazionamenti non convenzionali della dose rendendo i trattamenti stereotassici sempre più efficaci – spiega Marta Scorsetti, responsabile di Radioterapia e Radiochirurgia in Humanitas -.

In considerazione del sempre maggior numero di pazienti anziani e con comorbidità, non suscettibili di trattamenti chirurgici, la SBRT (Radioterapia stereotassica corporea) rappresenta una valida alternativa non invasiva e altamente efficace nel trattamento di diversi tipi di tumori solidi. Piccoli tumori del polmone in stadio iniziale possono essere trattati ambulatorialmente in 3/4 sedute cosi come il carcinoma della prostata, lesioni pancreatiche o neoplasie primitive e secondarie del fegato”.

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