Tumori solidi curabili con farmaci ‘low-dose’
Il sistema immunitario dei pazienti malati di cancro risponde positivamente al trattamento a base di medicinali low-dose. I risultati promettenti in uno studio pubblicato su International Immunopharmacology
Ormai è risaputo che il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale nella lotta contro i tumori solidi, come quello del colon-retto – la quarta forma tumorale più diffusa al mondo.
Poco, tuttavia, si sapeva dell’efficacia dei farmaci low dose su questo genere di malattia. Oggi, grazie a una ricerca condotta dai ricercatori dell’Ospedale Molinette di Torino si è potuto constatare che anche i medicinale low dose possono essere usati con successo nelle terapie anticancro.
Le cellule Natural Killer (NK) sono ritenute la chiave più importante nel processo della “lisi cellulare”, ovvero dello smaltimento delle cellule tumorali. Queste, infatti, sono deputate a un particolare ruolo di immunosorveglianza.
Gli studi dell’ultimo decennio si sono concentrati in particolare modo sulla citochina interferono-gamma – una molecola proteica che costituisce il “codice” utilizzato dalle cellule del Sistema Immunitario per dialogare tra loro – di vitale importanza per la regolazione delle funzioni assolte dalle NK e da altre cellule immunitarie coinvolte nella difesa antitumorale.
La ricerca, pubblicata su International Immunopharmacology, è stata in grado di dimostrare come anche i medicinali low dose a base di interferono-gamma siano in grado di stimolare le cellule natural killer sia nei pazienti sani che in quelli oncologici. Il risultato è un rafforzamento delle capacità citotossiche verso le cellule neoplastiche, senza effetti collaterali di sorta.
Ciò significa che i risultati – ancora preliminari – potrebbero aprire una possibile via per il trattamento complementare di tumori come il carcinoma del colon retto, e per rallentarne la sua progressione. La sua integrazione, poi, sembra essere perfetta se associata a radioterapia o chemioterapia. La risposta positiva che si ottiene dal farmaco, ovviamente, potrebbe anche essere sfruttata per malattie di minor entità come infezioni virali o laddove vi è un deperimento delle funzionalità immunologiche.