Vasi sanguigni stampati in 3D, pronti i prototipi
I primi prototipi sono già disponibili
Non solo opere d’ingegneria o cibo futuristico: oggi le stampanti 3D scendono ufficialmente in campo medico promettendo di permettere di creare organi complessi e funzionali dotati della rete di vasi sanguigni di cui hanno bisogno per sopravvivere.
Un gruppo di ricercatori guidato da Luiz Bertassoni dell’Università di Sydney è infatti riuscito a sfruttare questa tecnologia per ottenere vene e capillari artificiali con cui irrorare organi e tessuti che altrimenti morirebbero a causa della mancanza di ossigeno e nutrienti.
“Mentre eravamo già in grado di ricreare piccole parti di tessuti in laboratorio, la possibilità di stampare in un batter d’occhio tessuti tridimensionali con capillari sanguigni funzionali cambia totalmente le carte in tavola – spiega Bertassoni in una nota dell’Università di Sydney – E’ vero che ormai da tempo sono a disposizione materiali rigenerativi semplificati, ma la possibilità di rigenerare davvero organi complessi e funzionali è ciò che i dottori desiderano davvero e ciò di cui i pazienti hanno davvero bisogno, ed è l’obiettivo del nostro lavoro”.
Il raggiungimento di questo obiettivo è stato però fino ad oggi ostacolato da un limite fondamentale: l’incapacità di ottenere una rete di vasi sanguigni e capillari. “Le cellule muoiono senza un adeguato rifornimento di sangue perché il sangue fornisce l’ossigeno necessario alle cellule per crescere e svolgere una serie di funzioni nell’organismo – ricorda Bertassoni – Replicare la complessità di queste reti è stato un ostacolo alla possibilità di rendere l’ingegnerizzazione dei tessuti una vera applicazione in ambito clinico”.
In realtà la stampante 3D è stata utilizzata per ottenere l’impalcatura da cui i ricercatori sono partiti per ottenere la rete di vasi sanguigni. Sulle sottili fibre interconnesse fra loro ottenute con la stampante i ricercatori hanno depositato un materiale proteico ricco di cellule, in seguito solidificato utilizzando la luce. Una volta rimossa l’impalcatura i ricercatori hanno avuto a disposizione una rete di sottili tubi sulle cui pareti erano presentile cellule che rivestono i vasi sanguigni. Da queste in meno di una settimana si sono formati i capillari desiderati.
“Ogni anno migliaia di persone muoiono a causa della mancanza di organi per i trapianti – commenta Bertassoni – Molti di più vanno incontro alla rimozione chirurgica di organi e tessuti a causa di un cancro, o sono coinvolti in incidenti che causano grandi ferite o fratture. Immaginate di poter andare all’ospedale ed avere a disposizione un intero organo stampato, o bio-stampato come diciamo noi, con tutte le cellule, le proteine e i vasi sanguigni al posto giusto, semplicemente stampando il bottone ‘print’ sullo schermo del vostro computer. Siamo ancora lontani da tutto ciò – precisa il ricercatore – ma la nostra ricerca sta lavorando proprio a questo. I nostri risultati sono un nuovo importante passo verso il raggiungimento di questi obiettivi”.