Colesterolo: linee guida sul trattamento contestata dalla Mayo Clinic

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La Mayo Clinic contesta le linee guida sul trattamento del colesterolo: mancano le condizioni essenziali per poter trarre beneficio dai farmaci

Secondo gli esperti della Mayo Clinic, le linee guida sul controllo del colesterolo non sono adeguate.
Le linee guida sul colesterolo mancano di alcuni dettagli fondamentali, ecco perché una task force Mayo Clinic dopo averle contestate decide di aggiornarle. In primis, ribadisce l’utilizzo – come in altre patologie – totalmente personalizzato perché ogni paziente è diverso.

La task force è composta da esperti in cardiologia, medicina preventiva ed endocrinologia della Mayo Clinic che non hanno conflitti di interessi o collegamenti con varie industrie farmaceutiche,
«Le linea guida sul colesterolo dell’ACC/AHA [American College of Cardiology e American Heart Association] sono state aggiornate l’ultima volta nel 2001, quindi avevano bisogno di essere rivedute – spiega il dottor Francisco Lopez-Jimenez, presidente e direttore di cardiologia preventiva presso la Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota – Siamo d’accordo con molti punti delle linea guida, ma ci sono alcune aree chiave in cui noi non siamo completamente d’accordo e abbiamo voluto ampliare e fornire maggiori indicazioni»,.

Tali modifiche sono state pubblicate il 14 agosto su Mayo Clinic Proceedings, eccone un estratto importante:
1. Le linee guida attuali dell’ACC/AHA consigliavano la prescrizioni di elevati dosaggi di statine per tutti gli uomini over 65 con qualsiasi fattore di rischio per gli attacchi di cuore. Tale raccomandazione era necessaria anche se i livelli di colesterolo erano normali e non vi era alcuna storia di malattia cardiaca. La Mayo Clinic, tuttavia, non ha trovato alcuna prova riferita a studi clinici che avesse alcun fondamento nella raccomandazione di tali farmaci solo in base all’età, in assenza di fattori di rischio, colesterolo alto o infiammazione.

2. Sempre le linee di trattamento ACC/AHA raccomandano l’utilizzo delle statine per tutte le persone affette da diabete mellito che hanno almeno 40 anni. Secondo la Task Force della Mayo Clinic, invece, non tutti i diabetici dovrebbero assumere le statine, ma solo quelli con una storia di attacchi di cuore. Se ne sconsiglia dunque l’utilizzo nei pazienti diabetici con basso rischio di attacco di cuore o ictus.

3. Le linee guida ACC/AHA suggeriscono di utilizzare il farmaco per abbassare il colesterolo come misura preventiva primaria contro le malattie cardiovascolari, incoraggiando tutti gli operatori sanitari a incoraggiare uno stile di vita corretto. Al contrario, la task force della Mayo Clinic – se è pur vero che conferma l’importanza dei cambiamenti dello stile di vita, tra cui esercizio fisico e dieta sana – consiglia una valutazione del rischio per tre-sei mesi prima di passare a qualsiasi prescrizione di statine.

4. Inoltre, nonostante la Task Force di Mayo Clinic scoraggi l’utilizzo di statine nei casi sopra indicati, lo incoraggia in casi non riportati nelle linee guida. Per esempio, nei pazienti affetti da artrite reumatoide, chi ha contratto l’AIDS o chi dovrà eseguire un trapianto di reni o cuore. Secondo il dottor Lopez-Jimenez la motivazione di questa precauzione sarebbe da ricondurre a un aumentato rischio di attacco di cuore in tali pazienti.

5. Vi sono anche divergenze circa la storia familiare: le raccomandazioni AHA/ACC suggeriscono di utilizzare i dati sulla storia familiare solo quando la decisione è incerta. Al contrario, il cardiologo Iftikhar Kullo della Mayo Clinic afferma: «Noi raccomandiamo che la storia familiare venga ottenuta al momento della stima del rischio cardiovascolare utilizzando le nuove equazioni. Molti studi hanno dimostrato che la storia familiare sia un predittore indipendente di rischio cardiovascolare. Ottenere la storia di famiglia può anche aiutare a identificare altri individui in una famiglia che possono essere a rischio».

6. Mayo Clinic, evidenzia l’importanza di alcuni test di valutazione del rischio cardiovascolare. Per esempio, ritiene fondamentale l’Indice caviglia-brachiale e la proteina C-reattiva, già suggerite dalle linee guida. Ma raccomanda anche l’esecuzione dell’ecografia alla carotide per misurare lo spessore del rivestimento delle arterie ed eventuali placche; la velocità dell’onda di polso aortica per misurare la rigidità nelle arterie e la misurazione della lipoproteina (a), un tipo di colesterolo LDL determinato dai geni, i cui alti livelli sono associati a un aumento del rischio cardiovascolare.

Per concludere, il dottor Lopez-Jimenez afferma: «Incoraggiamo un approccio individualizzato, in particolare quando la prova è inconcludente circa la situazione particolare di un paziente. Inoltre, vogliamo trovare un trattamento – che si tratti di cambiamenti di stile di vita o forse statine – che il paziente seguirà, e questo è ciò che aiuterà a fare la differenza nella prevenzione cardiovascolare».
In sostanza, la task Force di Mayo Clinic pone ancora una volta l’accento sulla personalizzazione delle cure e l’individualizzazione di ogni paziente. Con la speranza che i medici, a cui i pazienti sono soliti affidarsi, seguano scrupolosamente tale suggerimento.

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