Conta-morsi per dimagrire: la curiosa proposta che arriva dagli USA
Ideato alla Clemson University, permette di monitorare quante volte si azzanna del cibo ogni giorno
Contare le calorie che si mettono nel piatto è uno degli impegni di molte persone che decidono di mettersi a dieta. A volte a questo conteggio si aggiunge quello dei passi effettuati ogni giorno, un modo per valutare il livello di attività fisica. Presto, però, un altro strumento di misurazione potrebbe entrare nella quotidianità di chi è già alle prese con bilancia e contapassi: il Bite Monitor, un “conta-morsi” che, indossato al polso, permette di conteggiare quante volte si addenta del cibo nel corso di una giornata.
Il nuovo strumento è stato messo a punto dai ricercatori della Clemson University, nel South Carolina (Stati Uniti). Descrivendolo in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal Eric Muth, docente di psicologia che ha lavorato alla messa a punto del Bite Monitor insieme all’esperto di ingegneria informatica Adam Hoover, ne ha parlato come “una sorta di contapassi per la bocca”.
In effetti misurando piccoli movimenti del polso lo strumento è in grado di rilevare i morsi con una precisione del 90%. Nel corso dei loro studi, pubblicati sul Journal of Nutrition and Dietetics, Muth, Hoover e la ricercatrice Jenna Scisco hanno calcolato il numero medio di calorie corrispondenti a ciascuno di questi morsi. Le informazioni raccolte nelle due settimane durante le quali i 77 partecipanti hanno indossato il monitor hanno stimato che nel caso degli uomini ogni morso corrisponde in media a 17 calorie, mentre per le donne le calorie associate ad ogni morso sono in media 11. Ciò significa che per assumere una quantità di calorie corrispondente a una dieta ipocalorica standard ci si dovrebbe garantire circa 100 morsi al giorno.
Già da tempo gli esperti di alimentazione sottolineano l’importanza di masticare adeguatamente il cibo, ma fino ad oggi l’attenzione si era concentrata più su quante volte venisse masticato lo stesso boccone piuttosto che sul numero di morsi quotidiani. Il nuovo approccio scelto da Muth e colleghi ha però destato qualche perplessità proprio negli esperti, prima di tutto perché a seconda del cibo “azzannato” le calorie introdotte in bocca possono variare molto rispetto alla media calcolata nello studio dei ricercatori di Clemson. Dubbi di questo tipo potranno presto essere risolti grazie ad uno studio finanziato dai National Institutes of Health. Nel frattempo si lavorerà anche alla prima versione commerciale del Bite Monitor, che potrebbe essere disponibile entro un anno al costo di circa 195 dollari.