Durante il sonno vengono elaborate le sequenze dei movimenti
Durante il sonno notturno, il cervello rielabora le informazioni ricevute durante il giorno memorizzando in particolare le sequenze dei movimenti, come quelle che si acquisiscono quando si impara a suonare uno strumento musicale
Molte cose, come per esempio affinare una tecnica, si possono imparare dormendo.
Se state imparando una nuova tecnica – soprattutto se pratica – è fondamentale che dormiate bene. Quindi, anziché perdere troppe ore nell’esercitazione, probabilmente sarebbe meglio dormire un’ora in più.
A suggerire l’importanza del sonno per l’acquisizione delle sequenze dei movimenti è stato un team di ricerca dell’Università di Montreal, che è riuscito a dimostrare che si impara di più a suonare il pianoforte se nei giorni di lezione si dorme bene.
Secondo i ricercatori, tutto ciò accadrebbe perché le regioni cerebrali che si trovano al di sotto della corteccia sono di fondamentale importanza nel consolidamento delle informazioni legate a una traccia di memoria motoria. Ed è proprio grazie a un periodo di sonno ristoratore che queste aree del cervello funzionano al meglio e con maggior sincronia.
Karen Debas, autrice principale dello studio, afferma che dopo aver dormito il livello di consolidamento era di gran lunga migliore. Inoltre, la comunicazione tra diverse aree cerebrali era ottimizzata.
Durante la ricerca il dottor Julien Doyon – Direttore Scientifico dell’Unità di Neuroimaging funzionale del Montréal Research Centre – ha insegnato ad alcuni volontari una sequenza di movimenti delle dita, che normalmente vengono eseguiti su un pianoforte, con cui si è potuto dimostrare che era maggiormente attiva una parte centrale del cervello denominata Putamen, ma soltanto nei soggetti che avevano dormito. Ma non solo: dopo un’intera notte di sonno il passaggio veniva eseguito con maggior dimestichezza rispetto al giorno prima.
Per arrivare a tali conclusioni il team di ricerca ha esaminato il cervello dei volontari usando la risonanza magnetica funzionale (FMRi) durante l’esecuzione dell’esercizio, prima e dopo il sonno.
«Dopo una notte di sonno, abbiamo scoperto che questa rete era più integrata rispetto alle altre, ossia l’interazione tra queste regioni era maggiore quando si era verificato il consolidamento – spiega Debas – Una notte di sonno sembra fornire una protezione attiva di questa rete, che il passaggio diurno non fornisce. Inoltre, in una sola notte di sonno vi erano già i primi risultati di una migliore performance del compito».
Tutto ciò evidenzia l’importanza del sonno nell’apprendimento e affinamento delle capacità motorie che richiedono sequenze ancora sconosciute.
«I nostri risultati aprono la porta ad altre opportunità di ricerca, che ci potrebbero portare a capire meglio i meccanismi che avvengono durante il sonno e garantire una migliore interazione tra regioni chiave del cervello. Infatti, molti altri studi nel mio laboratorio stanno esaminando il ruolo dei fusi del sonno – brevi eventi fisiologici durante il sonno non REM – nel processo di consolidamento della traccia di memoria motoria», spiega il dottor Doyon.
«In definitiva – conclude la Debas – crediamo che saremo in grado di spiegare meglio e agire su problemi di memoria presentati da gruppi clinici che hanno problemi di sonno e aiutare i pazienti che devono riapprendere alcune sequenze motorie nei centri di riabilitazione».
Lo studio è pubblicato recentemente sulla rivista NeuroImage.
Mio marito 76 anni sofferente di Diabete e da 2 anni portatore di Pacemecher durante la notte parla e gesticola questo mi preoccupa a quale specialista potrei rivolgermi per risolvere tale situazione?