Ebola, l’OMS dichiara sottovalutata l’epidemia, 6 mesi per arginarla
Almeno 1069 morti in Africa occidentale.Msf: “Sei mesi per controllare l’epidemia”
GINEVRA – Un’epidemia sottovalutata che non si riesce ancora ad arginare. L’ampiezza della diffusione del virus ebola è “significativamente sottovalutata”. Continua “ad espandersi in Africa occidentale”. A lanciare l’allarme, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) sulla base di quanto rilevato dal personale dell’organizzazione impegnato nelle aree epidemiche. “Ci attendiamo che l’epidemia durerà ancora e il piano di risposta all’emergenza dell’Oms proseguirà nei prossimi mesi”, si legge ancora nel comunicato diffuso a Ginevra.
Non ci sono posti letto nei centri di trattamento. In Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria l’ebola ha già ucciso almeno 1069 persone.
L’Oms fa anche sapere che sono quasi tutti occupati i posti letto nei centri di trattamento contro l’ebola in Africa occidentale. Il portavoce dell’Oms, Gregory Hartl, ha spiegato che il flusso dei pazienti verso i centri di trattamento appena aperti dimostra come la dimensione del focolaio sia molto più grande di quanto sembrava dai conteggi ufficiali mostrano. Un centro di trattamento di 80 posti letto aperto a Monrovia, capitale della Liberia nei giorni scorsi, si è riempito immediatamente. Decine di persone sono rimaste fuori.
Non tranquillizza neanche il bollettino di Medici senza frontiere, che parla di almeno 6 mesi per uscire dall’emergenza e riuscire a controllare l’epidemia. “Se non interverremo adeguatamente in Liberia, non riusciremo a mettere sotto controllo l’intera regione – ha detto Joanne Liu, presidente di Msf – .
Bisogna seguire 2mila contatti di persone avuti con coloro che sono stati colpiti dal virus. Noi riusciamo a gestirne poco più che 50. Non va bene. Quello che serve per fermare l’epidemia è una task force sul campo per scoprire tutte le persone che sono entrate in contatto con i malati. Serve un centro di sorveglianza sul territorio, in Africa, non esperti che stiamo solo al computer”.
Per l’Oms è necessario agire a livello internazionale e fa sapere che verranno forniti dei computer ai paesi colpiti per potere capire in tempo reale come si evolve l’epidemia. Saranno proprio i centri statunitensi di controllo e prevenzione delle malattie a inviare i Pc in Africa occidentale.
“Il piano di intervento durerà diversi mesi. Pensiamo che l’epidemia durerà a lungo”. Per prevenire una crisi alimentare nei Paesi colpiti dall’epidemia di Ebola, il Programma alimentare mondiale (Pam) dell’Onu interverrà a favore di un milione di persone in Sierra Leone, Liberia e Guinea.
Proprio per i timori di eventuali contagi dovranno rinunciare a partecipare ai Giochi Olimpici della Gioventù, in programma da sabato a Nanchino, in Cina, gli atleti provenienti dai paesi dell’Africa Occidentale colpiti dall’epidemia. Una decisione presa dal Comitato internazionale olimpico (Cio) che spiega di “non essere stato rassicurato dalle autorità sanitarie che non ci siano casi sospetti e che il rischio di infezione sia estremamente improbabile”. Brantley è stato ricoverato all’ospedale Emory di Atlanta il 5 agosto scorso insieme alla missionaria americana Nancy Writebol, di 60 anni, dopo che entrambi avevano contratto il virus Ebola in Liberia curando pazienti infetti.
Intanto migliorano le condizioni di salute di Kent Brantley, il medico statunitense trentatreenne infettato dal virus Ebola in Africa e ricoverato ad Atlanta, dove è stato sottoposto a un trattamento sperimentale, continua a migliorare e potrebbe essere presto dimesso. Intanto, secondo l’ultimo bollettino fornito dall’Oms,è salito ad almeno 1.145 morti il bilancio – del tutto provvisorio – dell’epidemia.