Ebola: la migliore risposta attualmente resta la prevenzione
Sono diverse le soluzioni allo studio nei laboratori internazionali per fermare Ebola. “Ma oggi l’arma più efficace è bloccare la catena del contagio, lavorare sulla prevenzione.
Tutti i rimedi che si stanno studiando non potranno arrivare in tempo per questa epidemia in corso, che va fermata al più presto” , lo spiega all’Adnkronos Salute Giovanni Maga, virologo dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia. Fermare la trasmissione del virus “è una strategia praticabile ed efficace. In fondo parliamo di numeri piccoli, duemila persone in Paesi dove la tubercolosi, per esempio, ne colpisce decine di migliaia”.
Questo virus, per quanto ‘cattivo’, “si può controllare facilmente. Si riesce ad isolare, e il contagio avviene solo per contatto diretto con persone che mostrano già i segni della malattia. Quindi evitarlo, con le giuste precauzioni, si può. Il problema è il contesto in cui si è manifestato.
Ed è su questo, sulla modifica di abitudini a rischio, che vanno concentrati gli sforzi. E’ la priorità. Un farmaco aiuterebbe tantissimo ma non ci sarà domani” , aggiunge l’esperto . Su fronte della ricerca ci sono alcuni traguardi possibili oltre al farmaco sperimentale ZMapp, “per il quale non esiste nessuna prova certa di efficacia al momento”, nonostante la guarigione del medico e dell’infermiera americani, dice Maga.
“Non abbiamo ancora farmaci perché Ebola è un virus difficile da studiare. E’ nella disponibilità di pochi laboratori, proprio per la sua virulenza. E, inoltre, per le case farmaceutiche non c’è mai stato interesse a trovare soluzione: in trent’anni il numero di persone infette è stato pari a quello di quest’epidemia. Numeri che non hanno giustificato uno sforzo economico. E’ un caso di malattia ‘orfana’”. Ora però “c’è un risveglio di interesse. Ci sono altre armi in preparazione. Ci sono almeno due vaccini che stanno per entrare in fase finale di sperimentazione sull’uomo. E ci sono altri due farmaci che entro il prossimo anno saranno sperimentati sull’uomo”.
Insomma “le prospettive di cura contro l’Ebola ci sono, sono diverse ed interessanti. Ma non arriveranno per questa epidemia”. Per l’esperto ciò che sta accadendo in Africa ha insegnato qualcosa ai ricercatori. “Innanzitutto ci ha messo di fronte ad una situazione sul campo molto difficile e ha costretto a trovare soluzioni. Ha costretto a mettere insieme, attorno a un tavolo i diversi attori implicati: associazioni umanitarie, governi, organizzazioni internazionali per cercare soluzioni. Questo è un fatto positivo”. aggiunge Maga.
L’altro aspetto è che l’emergenza ha stimolato “la ripresa degli sforzi per sviluppare dei farmaci, perché nessuno vuole trovarsi di fronte a una situazione epidemica ingestibile. Si faranno passi avanti, ma per ora dobbiamo lavorare sul controllo dei contagi”