Fecondazione selettiva: il primo caso è riuscito. Embrioni sani impiantati
Primi risultati positivi del Centre for Reproductive and Genetic Health di Londra. Un nuovo test ha permesso di selezionare solo l’embrione sano. La madre rischiava di trasmettere al figlio una grave malattia genetica.
E’ il primo passo per sviluppare una tecnica che permetta di selezionare gli embrioni sani, evitando così di trasmettere ai figli malattie genetiche. Un gruppo di ricercatori nel Regno Unito è riuscito per la prima volta in Europa a eseguire una fecondazione artificiale ‘selettiva’. Una coppia ha fatto ricorso a questa tecnica innovativa che ha permesso ai medici di selezionare l’embrione sano e impiantarlo in un secondo momento nell’utero della donna. Ora Carmen Meagu, 26 anni, e suo marito Gabriel aspettano un figlio. La gestante è alla 17esima settimana e porta in grembo il primo bambino creato in laboratorio grazie a un sistema chiamato karyomapping.
Se la sperimentazione Centre for Reproductive and Genetic Health di Londra, anticipata dal giornale The Guardian, troverà conferma con ulteriori verifiche, si tratta di una rivoluzione nel campo della procreazione assistita. Sono infatti numerosi le patologie genetiche che possono essere trasmesse da una generazione all’altra. Nel caso della signora Meagu, suo padre era affetto dalla malattia di Charlot-Marie-Tooth, una forma grave di distrofia muscolare. Un male che lo portò alla morte a soli 50 anni. Anche la donna ha questa malattia, anche se in forma lieve, e ha il 50% delle possibilità di trasmetterla ai figli.
Fra i vantaggi del karyomapping, c’è quello di poter selezionare gli embrioni in un paio di settimane, un tempo utile per poter poi affrontare senza problemi la fecondazione artificiale. “Sono molti i neo genitori che rischiano di trasmettere anomalie genetiche – spiega Paul Serhal, direttore del Centre for Reproductive and Genetic Health – .Questa tecnica è più veloce e potente rispetto ai metodi tradizionali di analisi degli embrioni. Inoltre non costa di più. Ora, da 10 settimane, c’è una seconda coppia che aspetta un bambino, dopo essere stata sottoposta alla karyomapping. E’ una svolta per tutte le famiglie con malattie genetiche. Questo apre la strada a nuove possibilità in futuro”.
I medici hanno esaminato le cellule degli embrioni, selezionando quelle collegate alle anomalie genetiche. Inoltre hanno controllato il numero esatto di cromosomi in ogni embrione, uno dei motivi che porta alla nascita di bambini Down o ad aborti naturali. “Il fattore tempo è importante in questi casi perché la donna rischia di diventare meno fertile se deve affrontare lunghe attese. Se identifichiamo velocemente un problema nella sequenza dei cromosomi, possiamo ridurre gli aborti e aumentare il numero di gravidanze ‘sane'”, spiega Serhal.
“Dopo 20 anni di studi, questo è un primo passo importante. Karyomapping potrà aiutare molti pazienti”, aggiunge Dagan Wells del Reprogenetics UK, il laboratorio di Oxford che ha testato gli embrioni – . Siamo sicuri che ci saranno molti altri genitori che useranno questa tecnica”