Scarsi livelli di vitamina B1 e l’encefalopatia di Wernicke

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Gli scienziati avvertono che scarsi livelli di vitamina B1 nell’organismo possono danneggiare il cervello ed essere causa di una condizione cerebrale chiamata encefalopatia di Wernicke, che causa numerosi disturbi, tra cui anche il coma e, potenzialmente, la morte

Il lievito di birra, così come i cereali integrali, sono tra gli alimenti ricchi di vitamina B1.

Il ruolo delle vitamine nel buon funzionamento dell’organismo è ormai universalmente accettato. Ma le vitamine sono tante, e il ruolo che ognuna di esse ha nei processi vitali non sempre è conosciuto ai più – anche perché ci sono vitamine che conosciamo di più perché se ne parla molto, e altre che conosciamo meno perché poco discusse. Una di queste è la vitamina B1, conosciuta anche come tiamina, che se carente può causare danni al cervello, anche seri.
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Molte le vitamine, dicevamo, ma la carenza anche di una sola può causare problemi all’organismo. E proprio la carenza di vitamina B1 pare possa, tra gli altri, cagionare un disturbo cerebrale potenzialmente fatale chiamato encefalopatia di Wernicke.
I sintomi di questa condizione possono includere confusione, allucinazioni, coma, perdita della coordinazione muscolare, problemi alla vista come visione doppia e movimenti oculari involontari. Infine, se non trattata, la condizione può portare a danni cerebrali irreversibili e la morte.
Un quadretto niente male, quello dipinto dai ricercatori del Loyola Unive

rsity Medical Center. I quali hanno condotto uno studio i cui risultati sono stati pubblicati sulla riviasta Scientific American Medicine.

Pochi forse conoscono questa patologia, perché in realtà non è così diffusa come altre, quali le malattie cardiovascolari o il cancro. Tuttavia, è nota tra gli alcolisti e le persone che soffrono di anoressia, per via dei problemi di malnutrizione correlati alle loro condizioni.
Quella di Wernicke fa parte di una serie di encefalopatie che possono interessare il cervello. Gli scienziati ritengono che siano causate da disturbi metabolici e sostanze tossiche. Di queste, l’encefalopatia acuta ha una rapida insorgenza compresa tra poche ore e qualche giorno.

«Le encefalopatie tossiche e metaboliche possono variare in gravità, andando da uno stato confusionale acuto al coma – spiegano gli autori Matthew McCoyd, Sean Ruland e José Biller – Poiché si possono verificare lesioni permanenti, è necessario un approccio organizzato per ottenere una diagnosi accurata e rapida».

I ricercatori ritengono che l’encefalopatia di Wernicke sia una condizione probabilmente sottodiagnosticata. Sebbene gli studi clinici abbiano indicato un tasso d’incidenza dello 0,13% o meno, studi autoptici mostrano una prevalenza più alta, come il 2,8%.
«In particolare in coloro che soffrono di alcolismo o di AIDS, la diagnosi negli esami clinici è assente dal 75 al 80% dei casi», sottolineano i neurologi Loyola.
Se non trattata, l’encefalopatia di Wernicke può portare alla sindrome di Korsakoff (KS), caratterizzata da perdita di memoria profonda e l’incapacità di formare ricordi: per esempio, i pazienti spesso non riescono a ricordare eventi negli ultimi 30 minuti. Altri sintomi possono includere apatia, ansia e confabulazione – ossia creare esperienze immaginarie per compensare la perdita di memoria.

Il problema maggiore e più serio, scrivono i ricercatori, è che circa l’80% dei pazienti con encefalopatia di Wernicke sviluppano la KS, e una volta che questo si verifica, solo circa il 20% dei pazienti recupera. L’encefalopatia di Wernicke è pertanto un’emergenza medica che richiede un trattamento immediato con la tiamina (vitamina B1) per mezzo di iniezione o endovenosa.

«In assenza di trattamento, una carenza [di vitamina B1] può portare a danni cerebrali irreversibili e la morte, con una mortalità stimata del 20%», concludono i ricercatori.

Ricordiamo che una carenza di tiamina, o vitamina B1, può altresì causare una malattia chiamata “Beri Beri”, che colpisce il tessuto nervoso e il muscolo cardiaco.
Tutte queste condizioni si possono comunque prevenire assicurandosi un adeguato apporto di questa vitamina. Tra gli alimenti che più la contengono citiamo il lievito di birra, la soia, i cereali integrali, il germe di grano, la carne di maiale, i legumi, l’alga spirulina, i semi di lino e la frutta secca.

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