HIV: pandemia che parte dal Congo negli anni ’20

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Nuovi studi datano la diffusione del virus

La pandemia di Hiv ha quasi certamente iniziato a diffondersi in tutto il mondo partendo da Kinshasa, la capitale della Repubblica Democratica del Congo, all’incirca nel 1920, trasportata dalle nuove linee ferroviarie e promossa da cambiamenti sociali come nuovi comportamenti nell’ambito della prostituzione e iniziative di salute pubblica che sono state associate all’uso improprio degli aghi. HIV_GreenA svelarlo è un nuovo studio pubblicato su Science da un gruppo di ricercatori guidato dagli esperti delle Università di Oxford (Regno Unito) e Lovanio (Belgio), che è riuscito a ricostruire la storia genetica della pandemia di Hiv che ha coinvolto il continente africano e il resto del mondo.

“Per la prima volta – racconta Oliver Pybus, uno dei responsabili dello studio – abbiamo analizzato tutte le informazioni disponibili utilizzando le più recenti tecniche filogeografiche, che ci permettono di stimare statisticamente da dove arriva il virus”.

Scendendo più nello specifico delle stime, i ricercatori hanno stabilito che la probabilità che il virus sia partito da Kinshasa tra il 1909 e il 1930 è del 95%. “Sembra che a Kinshasa all’inizio del 20mo secolo una combinazione di fattori abbia creato una ‘tempesta perfetta’ per la progressiva affermazione dell’Hiv – prosegue l’esperto – portando a un’epidemia generalizzata con uno slancio inarrestabile che si è diffusa nell’Africa subsahariana”.

In particolare, lo sviluppo dei mezzi di trasporto in epoca coloniale, che ha reso Kinshasa una delle città meglio connesse dell’Africa centrale, avrebbe permesso al virus di viaggiare insieme alle persone.

“Ciò ha promosso la creazione di focolai secondari precoci di trasmissione dell’Hiv-1 in regioni che erano ben connesse con i paesi dell’Africa del Sud e dell’Est”, spiega Nuno Faria, primo nome dello studio, proseguendo: “Pensiamo che sia probabile che i cambiamenti sociali avvenuti attorno all’indipendenza del 1960 abbiano visto il virus ‘evadere’ da piccoli gruppi di persone infettate per infettare una popolazione più ampia e, infine, il mondo”. “A partire dal 1960 – prosegue Pybus – i sistemi di trasporto, come le ferrovie, che hanno permesso al virus di diffondersi su lunghe distanze hanno iniziato ad essere meno attivi, ma a quel punto i semi della pandemia erano già stato seminati in tutta l’Africa e anche oltre”.

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