“Homo tecnologicus” nello sviluppo del cervelletto la sua ‘genesi’
Nell’evoluzione delle grandi scimmie, il cervelletto si è espanso con una rapidità eccezionale.
Lo sviluppo di questa porzione del sistema nervoso, che ha un ruolo cruciale nell’organizzazione temporale di sequenze comportamentali complesse, potrebbe quindi essere stato un elemento cruciale per l’acquisizione di capacità tecnologiche avanzate. E’ quanto emerge da un nuovo studio comparativo delle caratteristiche anatomiche del cervello delle grandi scimmie e degli altri primati.
Lo sviluppo del cervelletto delle grandi scimmie è stato sei volte più rapido di quanto ritenuto finora: a scoprirlo è un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Current Biology” da Robert Burton della Durham University e Chris Venditti, della Reading University, che potrebbe far riscrivere la storia dell’evoluzione del sistema nervoso e della sua correlazione con le facoltà cognitive e l’acquisizione della capacità tecnologica.
“Il nostro studio evidenzia un ruolo del cervelletto nelle grandi scimmie finora poco considerato: occorrerebbe procedere a una nuova valutazione di come e perché i cervelli di queste specie si sono distinti, abbandonando l’idea che la neocorteccia sia la regione cerebrale più peculiare dell’essere umano”, ha spiegato Barton.
Vista in trasparenza delle strutture anatomiche del sistema nervoso centrale: il cervelletto è evidenziato in viola (© Roger Harris/Science Photo Library/Corbis)
Il cervelletto è tradizionalmente considerato la regione cerebrale a cui è deputato il controllo del movimento, ma di recente il suo ruolo è stato profondamente ridiscusso: secondo i risultati di nuove ricerche, avrebbe una gamma di funzioni molto ampia, alcune delle quali strettamente connesse alle facoltà cognitive e al linguaggio.
A incuriosire i ricercatori è soprattutto il numero incredibilmente elevato di neuroni densamente impacchettati che contiene. “Si tratta di 70 miliardi di neuroni, cioè quattro volte quelli della neocorteccia”, ha aggiunto Barton. “Nessuno sa esattamente quale sia la loro funzione, ma è quasi certamente importante”.
La regione cerebrale di più recente sviluppo secondo il confronto anatomico tra il cervello umano e quello degli altri primati è la neocorteccia. Eppure, gran parte di questo sviluppo potrebbe essere spiegato dall’incremento di dimensioni dell’intero corpo: i capodogli, per esempio, hanno una neocorteccia proporzionalmente più ampia di quella umana.
Barton e Venditti hanno utilizzato un nuovo metodo per mettere a confronto le strutture cerebrali di varie specie di primati e di grandi scimmie, scoprendo una differenza fondamentale: in gran parte dei primati c’è una stretta correlazione di dimensioni tra il cervelletto e la neocorteccia, che non si ritrova invece nelle grandi scimmie, compreso l’uomo. Questo scostamento è dovuto a un’espansione del cervelletto relativamente rapida, almeno su scala evolutiva.
Secondo gli autori, questo indica che la specializzazione del cervelletto è stata una componente dell’evoluzione cerebrale umana molto importante, e finora poco riconosciuta. E poiché questa regione cerebrale è coinvolta in particolare nell’organizzazione temporale di sequenze comportamentali complesse, come quelle necessarie per usare degli utensili, la sua rapida espansione potrebbe essere strettamente connessa con lo sviluppo di capacità tecnologiche avanzate.